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Si chiama “The Food Makers Map. Powered by StartupItalia” la nostra mappatura delle startup nel settore AgriFoodTech italiano. Leggi e scopri come candidare anche la tua startup.
La personalizzazione (massima) del regime alimentare, il delivery sempre più efficiente e rapido e la lotta contro lo spreco alimentare. E ancora: il consolidamento della sensoristica e dei big data associati alle tecniche di coltivazione, la blockchain che certifica la provenienza degli alimenti e la nascita di nuove tipologie di cibi e bevande.
L’AgriFoodTech italiano nasce e si sviluppa lungo queste traiettorie.
Questi sono alcuni dei dettagli che emergono dalla nostra “The Food Makers Map. Powered by Startupitalia!”, un lavoro in divenire che abbiamo intrapreso con l’obiettivo di mappare tutto l’universo dell’AgriFoodTech del nostro Paese.
Sono finora 100 le startup che abbiamo analizzato lungo tutta la Penisola. Abbiamo raccontato in cosa consistono le loro innovazioni, dove sono nate, chi le ha ideate e altre curiosità che nascono dai nostri articoli.
Guarda la nostra mappa
Se avete una startup AgriFoodTech da segnalare e inserire all’interno della nostra mappa, scrivete a ([email protected]).
Anche se ancora parziale, da questo primo campione, è già possibile fare delle riflessioni sull’attuale scenario del nostro ecosistema.
Lombardia domina
Uno dei primi dati che emerge da questo primo spaccato sulle startup AgriFoodTech italiane è la massiccia presenza di startup del comparto in Lombardia. Ben 43 su 100 delle innovazioni mappate hanno sede tra Milano e provincia. Al secondo posto si posiziona il Lazio (14) e al terzo l’Emilia Romagna (7).
Questi numeri non si discostano dalle percentuali che possiamo reperire dal Registro delle Imprese. Facendo una ricerca per parole chiavi, tra cui food, foodtech e agritech, il quadro che viene fuori sulle Regioni con maggiore presenza di startup food è lo stesso.
Il delivery cambia il suo volto
Se come prevedibile, anche in relazione agli effetti della Pandemia, che il delivery è la tipologia di business più rappresentata nel campione con oltre 17 startup, emerge che il tech legato alle consegne a domicilio sta cambiando volto.
Due sono i trend che sembrano essere vincenti e rispondere ai trend e alle sensibilità del tempo: una maggiore attenzione all’impatto ambientale e sociale, sia per quanto riguarda i mezzi (con l’elettrico) e la riduzione dell’uso di plastica negli imballaggi.
L’altro trend invece vede nascere startup delivery che puntano in modo più diretto e personalizzato su una nicchia di pubblico più precisa: il pubblico degli uffici, per esempio, o ancora quello delle persone che sono affette da determinate patologie, intolleranze alimentari.
Lotta allo spreco e soluzioni fai-da-te
Da questa prima mappatura emergono anche altri trend in crescita, come la lotta allo spreco alimentare con il fioccare di soluzioni che permettono di comprare prodotti in scadenza o imperfetti a prezzi più convenienti.
Allo stesso tempo, sono in incremento le soluzioni del vertical farming che nascono dalla volontà dei consumatori di avere un controllo maggiore su quello che mettono in tavola. Il vertical farming, proprio in virtù della crescente domanda sul mercato, si è raffinato negli ultimi anni, introducendo soluzioni che con sensori, cloud, dati e tecniche agricole, permettono un controllo maggiore sulla produzione: è un po’ lo specchio di quello che sta accadendo nell’AgriTech, di cui tra poco parleremo nel corso di questo articolo.
La volontà di controllo sulla produzione, ha portato anche al fioccare di soluzioni molto più mature rispetto al passato sulla tracciabilità che fanno uso della blockchain.
AgriTech e next gen food
Ci sono poi altri due segmenti che emergono da questa prima mappatura. Uno è senza dubbio l’AgriTech che vede protagoniste quelle soluzioni che puntano sia ad aumentare l’efficienza dell’agricoltura e dell’allevamento (ci sono diverse soluzioni IoT in questo ultimo campo specifico); sia a ridurne l’impatto ambientale.
E poi c’è un segmento tra i più affascinanti e riguarda la nascita di nuove tipologie di cibo. Si osserva, per esempio, l’utilizzo degli insetti sia per la creazione di farine per alimenti destinati ai consumatori, sia di innovazioni che usano gli insetti per sostituire i tradizionali mangimi per l’acquacoltura.
Mezzo miliardo di raccolta e poche al comando
Il campione delle 100 startup mappate ha raccolto complessivamente una cifra inferiore al mezzo miliardo di euro.
Everli (ex Supermercato24) ha raccolto più di tutti negli anni: circa 135,6 milioni, seguita da Arteolio (57,5) e Cortilia (51).
Le donne sono purtroppo ancora poco rappresentate: su 100 startup solo cinque di queste hanno una quota rosa al comando.
Una mappa work in progress e aperta a tutti
Per questa prima mappatura abbiamo usato dati di più fonti (Registro Imprese, Crunchbase, Linkedin, CB Insight) oltre alle nostre fonti interne.
La nostra mappa è nata per essere un work in progress, aperto soprattutto alle vostre segnalazioni e contributi.