Intervista a Matteo Masserdotti, Ceo della fintech che ha portato in Italia il “Revenue Based Financing”. Ha da poco chiuso un round da 10 milioni di euro
Finanziare le startup innovative secondo un modello basato sul fatturato, in modo da condividere il rischio di impresa, composta da momenti buoni e da eventuali criticità. Si chiama “Revenue Based Financing”, tradotto “finanziamento basato sul fatturato”: è il modello importato in Italia dalla startup Viceversa. Lanciata nel 2021 da Matteo Masserdotti e Pedro Salvi, l’azienda si rivolge a tutte quelle realtà che gestiscono un business online come marketplace, e-commerce B2C e B2B o servizi in abbonamento, con l’obiettivo di rendere la loro crescita sostenibile e scalabile.
In meno di un anno e mezzo dal lancio, Viceversa ha raggiunto un valore complessivo del portafoglio di oltre 25 milioni di euro, con clienti in Italia, Germania, Austria, Irlanda, Svizzera e UK, e un tasso di crescita medio registrato dalle aziende che usano la piattaforma del 150%. Nei due uffici di Milano e Dublino conta a oggi un team di 35 persone con background in ambiti che vanno dalla finanza al data science, dal software engineering al marketing e al risk management. Qualche giorno fa la fintech ha chiuso un round da 10 milioni di euro con investitori come CDP Venture Capital, Azimut Libera Impresa, Kairos Partners, Italian Angel for Growth, Fabrick, ma anche con imprenditori come Raffaele Terrone (founder di Scalapay) e Paolo Galvani (founder di Moneyfarm). StartupItalia ha intervistato Matteo Masserdotti: 38 anni, di Brescia, si definisce un imprenditore seriale.
Raccontaci la tua storia, com’è nata Viceversa?
Ho avuto la fortuna di fare sempre l’imprenditore, credo fortemente nella creazione d’impresa, tant’è che prima di Viceversa ho fondato due aziende. La prima nel 2008 di marketing, Mc Brain Connect. Avevo 23 anni. Poi nel 2013 ho fondato uno dei principali portali di equity crowdfunding in Italia: 200crowd. Queste esperienze mi hanno portato ad avere contatti con tante aziende in crescita, e ho notato che tutte erano a caccia di fondi, di capitali.
Poi, cosa è accaduto?
A quel punto mi sono messo alla ricerca di uno strumento di finanziamento che davvero potesse soddisfare le esigenze delle aziende che incontravo, che consentisse di valutare e monitorare le imprese attraverso i dati. E ho scoperto il RBF (Revenue Based Financing), già diffuso all’estero e soprattutto negli USA. Dopo anni di esperienza come imprenditore nel settore del marketing digitale e del fintech, è scattata la scintilla. Anzi, a dire il vero la scintilla è scoccata durante la pandemia. In quel periodo ho immaginato che si potesse costruire un’azienda che, grazie alla tecnologia e ai dati, fosse in grado di offrire opportunità di crescita migliori alla nuova generazione di imprese. Così insieme a Pedro Salvi, ex VC e investment banker, abbiamo iniziato a costruire concretamente la nostra idea d’impresa. Credo che Viceversa non sia altro che la naturale evoluzione delle mie precedenti esperienze imprenditoriali.
In che modo Viceversa supporta la crescita delle giovani imprese?Siamo in un momento storico, in cui le giovani startup sono impegnate a rincorrere valutazioni astronomiche e capitali veloci per poter diventare aziende scalabili. Il nostro obiettivo è quello di ispirare founder e imprenditori nel far crescere le loro imprese alla giusta velocità. Viceversa vuole ridefinire nuove regole per supportare in modo sostenibile la crescita della nuova generazione di business attraverso decisioni basate sui dati. Il nostro obiettivo è ridisegnare l’offerta fintech in Europa.
Spieghiamo ora cos è il Rerevenue Based Financing (RBF)?
Intanto siamo stati i primi a introdurlo in Italia. Il Revenue Based Financing è uno strumento di accesso a capitali flessibili e veloci, caratterizzato dalla condivisione di una percentuale dei ricavi dell’azienda finanziata per il rimborso degli importi ricevuti. Si tratta di una soluzione finanziaria alternativa che ha acquisito molta popolarità negli ultimi anni e che fornisce alle imprese il capitale necessario e consente loro di continuare a crescere in modo sostenibile.
Qual è la vostra proposta dunque?
La proposta di Viceversa si completa con una piattaforma di advanced analytics e insights che, collegando i canali di vendita e di marketing dell’azienda (Amazon, Meta, Stripe, ecc.), permette di monitorare i principali KPI di marketing, consentendo alle aziende di avere sempre il pieno controllo delle proprie performance. L’ultimo prodotto che abbiamo lanciato è una soluzione di embedded finance pensata per i leader dell’eCommerce e dei Marketplace.
Dire che siete a metà strada tra debt e dell’equity financing è corretto?
Sì. Sostanzialmente abbiamo selezionato gli aspetti migliori del debt e dell’equity financing e abbiamo cercato di metterli insieme. Scommettiamo sulla crescita futura delle aziende innovative selezionate e ci allineiamo al loro business. L’anticipo sul fatturato è basato su un calcolo che facciamo, rispetto alle previsioni di crescita della società, e il rimborso è legato all’andamento della stessa startup.
E se non arrivano i ricavi?
Se non arrivano i ricavi, partecipiamo al rischio di impresa e perdiamo il nostro investimento, mentre in caso di aumento del fatturato crescono anche le nostre entrate. Dunque o si vince, o si impara insieme a non perdere più. Quindi si cresce insieme.
Qual è il valore aggiunto di Viceversa?
Intanto ci tengo a precisare che attraverso la nostra startup ci poniamo più come investitori che come banche. Il nostro modello è completamente data-driven e basato su dati operativi dell’azienda, e gira intorno alla velocità. Questo perché la selezione e valutazione della startup idonee al finanziamento che avviene in 72 ore e i fondi (compresi tra i 10mila e il milione di euro) erogati in massimo due settimane dalla conclusione del processo. Tutto avviene online, nel momento in cui il nostro potenziale cliente collega i propri account alla nostra piattaforma. Grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, i nostri esperti analisti riescono a capire quasi in tempo reale se un’azienda può essere o meno di nostro interesse. Da quel momento ci vogliono circa tre giorni per formulare l’offerta.
Avete appena chiuso un round da 10 milioni di euro. Prossimi passi? Siamo pronti a consolidarci in Italia, e a espanderci sempre di più all’estero. Sempre focalizzati sullo sviluppo di soluzioni data-driven per supportare al meglio la crescita delle imprese del futuro. Inoltre stiamo per lanciare una soluzione white-label per consentire ai player dell’eCommerce e dei Marketplace di offrire valore aggiunto ai loro clienti. Proprio in un momento come questo, in cui le aziende hanno estrema difficoltà a raccogliere capitali, la nostra tecnologia sta creando un impatto straordinario, sia in termini di accesso ai capitali sia di performance. E nulla esclude un altro round.
Un’ultima battuta a chi vuole fare impresa?
Uscite dalla vostra zona di confort, può diventare una trappola. Non abbiate timori e soprattutto non vivete col rimorso di non averci provato. Il rimorso è quella goccia del rubinetto che suona di notte, ricordandoci che abbiamo qualcosa da aggiustare.