I sistemi di identità digitale, come SPID e CIE, stanno vivendo una profonda trasformazione. In Italia è previsto che convergano in un unico wallet chiamato “IT wallet” su cui attualmente sta lavorando il Governo. La decisione arriva in conseguenza all’evoluzione normativa, che ha introdotto l’European Digital Identity Wallet, e alla crescente richiesta da parte delle Big Tech di servizi abilitati dall’identità digitale. Intanto, diverse startup sono a lavoro per lanciare alcune novità legate al tema. L’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano, con “Startup Thinking”, ne ha selezionate alcune. Scopriamole assieme.
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Nove startup da seguire
Tra le startup più promettenti nel settore selezionate dall’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano, in collaborazione con l’Osservatorio Startup Thinking, ci sono:
- BIOMEYE, che sta sviluppando soluzioni integrate per combinare hardware, biometria e intelligenza artificiale per semplificare i processi di riconoscimento e accesso, prevenire il furto di identità, ridurre il rischio di incidenti e fornire informazioni preziose sul comportamento dei consumatori;
- Ubble, che ha sviluppato una soluzione per effettuare l’identificazione a distanza tramite video, applicabile per il KYC nelle istituzioni finanziarie, ma che può essere applicata anche in altri settori;
- Cyberneid, che combina biometria e intelligenza artificiale per abilitare processi di identificazione sicuri, migliorando l’esperienza utente e riducendo il tasso d’abbandono, con soluzioni che includono tecnologie OCR per acquisire dati da documenti ufficiali;
- Gayadeed, che ha sviluppato un software per integrare un sistema di firma elettronica nelle videoconferenze, agevolando la firma remota dei contratti anche con controparti che non possiedono una firma elettronica propria;
- IDlayr, per trasformare i telefoni cellulari in identità digitali con fattori di riconoscimenti innovativi che semplificano l’autenticazione degli utenti e offrono soluzioni passwordless;
- Mopso, che vuole rivoluzionare l’onboarding con credenziali digitali condivisibili una sola volta, permettendo di risparmiare in termini di tempo e costi;
- Rozes, spin-off dell’Università di Padova che sviluppa algoritmi di intelligenza artificiale predittiva e piattaforme di risk intelligence volte al contrasto della criminalità organizzata nella finanza;
- SpruceID, che consente alle organizzazioni di gestire l’intero ciclo di vita delle credenziali digitali, come la patente di guida digitalizzata e certificazioni professionali, garantendo sicurezza, privacy e controllo all’utente;
- TECH5, che ha ideato un software per l’offerta di identità biometriche e digitali, garantendo un’identificazione sicura per clienti e dipendenti, attraverso l’applicazione di tecnologie di intelligenza artificiale e apprendimento automatico.
Dalla ricerca condotta dall’Osservatorio del Politecnico è emerso anche che su circa 450 startup globali operanti in questo ambito, quelle fondate a partire dal 2018 e finanziate dal 2020 hanno raccolto complessivamente 2,5 miliardi di dollari. La distribuzione geografica evidenzia la predominanza del Nord America, con il 45% delle startup, seguita dall’Europa e dall’Asia. Analogamente, considerando i finanziamenti complessivi, il 66% di tale somma è raccolta da startup nordamericane. La quasi totalità delle startup offre soluzioni incentrate esclusivamente sul software, il 5% combina software con hardware, e una percentuale ridotta si focalizza solo sull’hardware. Anche in termini di finanziamenti, la categoria che presenta il più alto valore è quella delle startup che si occupano di software.