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Il Consiglio di Amministrazione ha approvato l’operazione. Gli obiettivi della società nata sull’onda di Expo
«Abbiamo deciso di rilanciare, dotandoci di nuove risorse per recuperare il prima possibile il terreno perso a causa della pandemia». Francesco Zorgno, Presidente e Founder di CleanBnB, ha spiegato a StartupItalia i prossimi passaggi dell’azienda dopo che il Consiglio di Amministrazione ha approvato l’aumento di capitale da 2 milioni di euro. Leader in Italia nel settore degli affitti brevi, con oltre mille immobili in gestione in oltre 60 città, CleanBnb è stata fondata nel 2015, l’anno di Expo, proprio per investire in un mercato che, come ha spiegato Zorgno, «è sempre stato frammentato, con standard operativi modesti». Ecco perché, nell’estate del 2019, la società si è quotata in Borsa su AIM Italia, un passaggio fondamentale che era stato annunciato dal palco del SIOS19 Summer Edition, a Firenze. «La nostra quotazione è stata importante non soltanto per noi. Ha dato autorevolezza all’intero settore in cui operano diverse startup».
CleanBnB, la ripartenza del settore
Come tutte le realtà, soprattutto nell’ambito turistico, anche CleanBnB ha dovuto rivedere i piani a seguito dello scoppio della pandemia. «In generale il mercato del turismo ha perso il 60% rispetto al 2019, ma il comparto degli affitti brevi ha tenuto molto meglio segnando una riduzione ben più contenuta. Di fatto abbiamo vissuto un lunghissimo periodo di bassissima stagione – ha premesso Zorgno – Con la quotazione in Borsa avevamo in programma di rafforzare il business in Italia e andare gradualmente anche in alcuni mercati esteri. Il via libera da parte dei nostri soci all’aumento di capitale da 2 milioni ci permetterà di recuperare almeno in parte il tempo perduto. Negli ultimi mesi abbiamo registrato una ripartenza irruente, come se si fosse riaccesa una lampadina: non ci sorprende, anche lo scorso anno il settore degli affitti brevi aveva avuto una ripartenza rapidissima».
Nella logica di CleanBnB il target non è soltanto il turista, ma chiunque si sposti per motivi non solo di piacere, ma anche di lavoro, studio, famiglia. Approfittando del volano di Expo a Milano, nel 2015, l’allora startup CleanBnB aveva scelto di puntare inizialmente sul segmento delle vacanze, andando a trattare direttamente con i proprietari degli immobili da mettere a reddito per offrire un’esperienza. In ciascuna località in cui opera, infatti, la società ha un city manager incaricato di verificare la qualità dell’offerta immobiliare. «All’estero l’avevano capito da tempo e l’emergenza che abbiamo vissuto ha confermato questo trend: l’appartamento evita gli assembramenti e gli spazi in comune; e soprattutto va incontro a un nuovo modo di fare turismo, più sostenibile e rispettoso dei quartieri e dei piccoli centri».
Il focus sull’Italia
In Italia, secondo i numeri condivisi da CleanBnb, sarebbero 6 milioni gli appartamenti sfitti che potrebbero essere messi a reddito. «Questo è il nostro core business– ha dichiarato Zorgno – e andremo su mercati esteri con la giusta gradualità e mantenendo la nostra impostazione di origine». I piani per l’internazionalizzazione sono stati comunque posticipati almeno al 2022, per consentire all’azienda di concentrarsi sulla ripartenza in corso. «Ora l’obiettivo principale di questa proposta di aumento di capitale, che si chiude alla fine di luglio, è dare una brusca accelerazione allo sviluppo delle nostre attività».