Se c’era bisogno di una ufficializzazione della fine delle avventure televisive del trio di giornalisti più discusso e scalmanato di sempre, sono persino arrivate le carte bollate. La W. Chump and Sons, la società che produceva gli show di Jeremy Clarkson, Richard Hammond e James May di proprietà degli stessi presentatori britannici (W. Chump altri non è che un acronimo: Wilman, Clarkson, Hammond und May Production) è infatti ufficialmente in liquidazione, come riporta una esclusiva del Daily Mail.
La fine della W. Chump and Sons
La società del terzetto – cui si aggiungeva lo storico producer dai tempi di Top Gear, Andy Wilman – lo scorso 11 luglio ha depositato tre documenti presso la Companies House, dichiarando la propria solvibilità, nominando un liquidatore volontario e adottando una “delibera speciale di scioglimento”.
L’ultimo bilancio depositato dalla W. Chump and Sons indica un fatturato annuo di 6 milioni di sterline e un attivo di 3,8 milioni di sterline. Chi segue Jeremy Clarkson sui social sapeva da tempo che la fine fosse vicina: i post del giornalista automobilistico durante le ultime due puntate di The Grand Tour per Amazon Prime, particolarmente faticose a livello fisico, già dallo scorso anno avevano lasciato trapelare tutta l’insoddisfazione e la stanchezza della punta di diamante del terzetto.
L’addio alle scene di Jeremy Clarkson, Richard Hammond e James May
All’inizio dell’anno sempre Clarkson aveva tolto ogni dubbio: «Ho guidato le auto più in alto di chiunque altro – le parole che il 63enne Clarkson ha apposto come epitaffio alla serie Grand Tour – e più a nord di chiunque altro. Abbiamo fatto tutto ciò che puoi fare con un’auto. Quando ci siamo riuniti per decidere cosa fare dopo, se ci fossero altre sfide, le persone hanno semplicemente alzato le braccia in aria».
Clarkson da parte sua continuerà a condurre il proprio show di successo girato nella sua fattoria, Clarkson’s Farm e proprio la comodità insita nel concept dell’altra serie sembra essere ciò che mancava a Grand Tour che ha portato il corpulento giornalista britannico a lamentarsi per puntate «immensamente fisiche».
Clarkson, soprattutto, aveva ironizzato in una intervista al londinese Times, di sentirsi troppo «inadatto, grasso e vecchio», per corse automobilistiche che sempre più spesso si concludevano con tuffi in fiumi infestati o portavano i tre a zonzo in zone remote e inospitali del pianeta. Gli speciali trasmessi su Prime nel 2024, in Mauritania e Zimbabwe, che Clarkson, May e Hammond hanno girato nella seconda metà dello scorso anno, saranno dunque gli ultimi due della serie.
James May continuerà con ogni probabilità a girare su Prime Video la sua serie “Il nostro agente in” (arrivata alla terza stagione: la prima dedicata al Giappone, la seconda all’Italia e la terza all’India).
Ci sono dubbi anche sulla tenuta della carriera televisiva dello stesso Clarkson. Qualche giorno fa sempre il Daily Mail aveva rivelato che l’acquisto da parte del conduttore di un pub nelle lande del Cotswolds per una cifra complessiva di un milione di sterline potrebbe suggerire il suo addio alle scene. Non è dato saperlo. Quel che è certo è che con lo scioglimento della W. Chump and Sons ha fine anche il secondo e ultimo tempo di quel sodalizio tra Jeremy Clarkson, Richard Hammond e James May iniziato per puro caso, a seguito della cacciata di Clarkson dalla BBC.