Gli investimenti nel 2023 sono calati del 10%, ma è aumentata la complessità dei prototipi e dei progetti pilota. Ad attrarre più fondi è stato il comparto finanziario e assicurativo che pesa per il 39% sul totale. «La tokenizzazione è tra i settori più avanzati», afferma Giacomo Vella, direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano
Le tecnologie blockchain oggi non rappresentano più soltanto degli strumenti migliorativi dei processi esistenti, ma abilitano la creazione di modelli inediti e innovativi. La blockchain, assieme ad altre tecnologie, potrebbe costituire il fondamento della prossima rivoluzione del Web3. Se il 2023 ha visto crescere l’utilizzo a livello globale di questa tecnologia per migliorare i processi aziendali, tra soluzioni di token e smart contract, i dati che emergono dall’Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano fotografano un calo complessivo degli investimenti nel settore, che nel 2023 si sono attestati sui 38 milioni di euro segnando un calo del 10% rispetto al 2022. Allo stesso tempo, è aumentata la complessità dei prototipi e dei progetti pilota sui quali si sta lavorando.
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I dati dell’Osservatorio
In particolare, ad attrarre fondi è stato il settore finanziario e assicurativo, che pesa per il 39% sul totale degli investimenti in blockchain, seguito dalla pubblica amministrazione (17%) e dall’agroalimentare (7%). L’Osservatorio rileva che sono oltre 3,6 milioni gli italiani che dichiarano di possedere attualmente criptovalute o token. Il 32% li ha acquistati tramite un exchange di criptovalute, mentre il 17% lo ha fatto con un servizio di wallet con acquisto diretto. Circa 3 milioni di utenti nel mondo ogni giorno utilizzano 15.000 applicazioni decentralizzate, +75% nell’ultimo anno. E l’ecosistema della finanza decentralizzata ha mantenuto investimenti stabili intorno ai 45 miliardi di dollari, rilevanti anche se lontani dai 160 miliardi di aprile 2022. Abbiamo approfondito il tema con Giacomo Vella, direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano, che ci ha restituito un quadro chiaro dello scenario attuale oltre a consigliare una breve lista di startup di settore da tenere d’occhio in quest’anno in divenire.
Direttore, in che direzioni sta guardando il settore blockchain in Italia?
Nel 2023 abbiamo assistito a una crescita non così forte del mondo blockchain e Web3, in conseguenza anche agli strascichi del 2022 che hanno interessato il mondo delle crypto con notizie non proprio positive. Possiamo però dire che l’anno scorso c’è stato un hype sull’AI e il mercato è in crescita con diversi trend: in quello delle crypto, con gli sviluppi da un punto di vista della normativa che interessa i bitcoin e il MiCAR (ndr Markets in Crypto-Assets Regulation) a livello comunitario. Alcune startup che lavorano con wallet ed exchange, nello scambio delle criptovalute, iniziano a essere normate anche in Italia, per efficientare una serie di processi aziendali legati alla supplychain, alla tokenizzazione e alla financial security. In particolare, quello della tokenizzazione del mondo finance è uno dei trend più rilevanti.
Quali settori invece non stanno andando bene?
Abbiamo notato un crollo dell’hype rispetto agli NFT. Se tante startup erano nate per lanciare collectibles e NFT, quest’anno il trend è in calo anche se si assiste a un utilizzo più maturo di questi strumenti in collaborazione con alcune startup tech. Questo accade spesso in programmi di loyalty basati sul possesso di strumenti digitali.
Quali sono i trend in più forte crescita?
L’utilizzo di applicazioni decentralizzate, a partire dalle startup, dai programmatori indipendenti e da attori innovativi oltre a un focus più mirato sull’Internet of value e for business. Nonostante la decrescita del mercato delle crypto, il valore è stabile e ultimamente c’è stata anche una ripresa. Nel mercato italiano, nel 2022, sono state identificate 185 startup di blockchain, mentre per il 2023 siamo sulle 200. Si tratta di un ecosistema di competenze molto variegato, con componenti di investimento, progetti e sperimentazioni che partono da piccoli progetti pilota e che nutrono l’intero ecosistema.
Dalla sua analisi quale è quindi il quadro che emerge?
In generale ci sono molti progetti che stanno nascendo, supportati dall’indirizzo del regolatore che chiarifica quello che si può fare. Direi che la tokenizzazione è tra i settori più avanzati e che sta facendo più passi in avanti, con la possibilità di rappresentare campi di vario tipo sulla blockchain. Il regolatore sta aprendo il mercato e vedremo anche in Italia un’attenzione sempre maggiore al settore in generale.
Quali startup che si occupano di blockchain sono da monitorare in questo anno secondo lei?
Direi BCode, che si occupa di sviluppare e personalizzare progetti blockchain e per rendere il business trasparente, certificato e decentralizzato; Notarify, uno dei principali fornitori internazionali di servizi blockchain; Young Platform, per acquistare, vendere e accumulare bitcoin e le principali criptovalute del mercato; BlockInvest, piattaforma di tokenizzazione alimentata dalla tecnologia blockchain; Alps Blockchain, che punta a coniugare l’attività di digital mining professionale con lo sviluppo del settore energetico; Fleap, per semplificare la governance societaria nella gestione aziendale e nell’emissione di strumenti finanziari in Europa; WishinWell, piattaforma su blockchain per gestire donazioni in beneficenza verso il mondo non profit garantendo trasparenza, tracciabilità, misurabilità e verificabilità; Takyon, per acquistare e rivendere prenotazioni alberghiere trasformandole in NFT; Coinbar, un exchange di criptovalute certificato che offre agli utenti conti personali e aziendali e, infine, Hex Trust, che fornisce soluzioni per protocolli, fondazioni, istituti finanziari e per l’ecosistema Web3.