«Nel 1994 la STMicroelectronics mi offrì un lavoro nel settore delle “memorie non volatili” (NVM). A dire il vero, a quel tempo non sapevo molto di NVM, ma pensavo che fosse un ottimo inizio per la mia carriera. A mia moglie dissi: “Lavorerò in questo campo per un paio d’anni e poi passerò a qualcosa di diverso”… Sono passati 30 anni ed eccomi ancora qua». Rino Micheloni è un professionista di grande esperienza nell’industria dei semiconduttori, così esperto da essersi buttato a capofitto in quella che inizialmente era un’idea ma che aveva tutti i presupposti per diventare un’attività ben avviata: Avaneidi. La startup ha recentemente chiuso un round da 8 milioni supportato da United Ventures. Adesso aspira a consolidarsi in Europa, avendo già diversi clienti in America. Ma quali sono le chiavi vincenti per questo team? E quali le mete ambiziose che Rino e la squadra si sono prefissati di raggiungere?
Leggi anche: Axelera, round Serie B da 68 milioni di dollari. Tutto sulla startup europea dei chip di AI
Un team tutto italiano
«Il nostro team è orgogliosamente tutto italiano e combina l’esperienza globale dei veterani del settore con le nuove prospettive di giovani ingegneri – racconta Rino a StartupItalia – Siamo nati con l’intento di colmare il divario nelle iniziative di storage aziendale in Europa, mettendo al centro la sicurezza dei dati». Rino di sicurezza dati se ne occupa da decenni, ancora prima che tante aziende ne capissero l’importanza, come spiega: «Ho girato il mondo. Ho vissuto in Germania, Corea del Sud, negli USA e mi sono sempre occupato di storage anche quando la sicurezza dei dati non era una tematica percepita come importante da parte delle aziende e delle istituzioni. Ad un certo punto, negli USA, ha preso avvio la tendenza al reshoring, già durante la presidenza Obama. Io ne sono stato coinvolto in prima persona e avevo scoperto che nell’Unione europea non c’era ancora una vera e propria industria dedicata alle tecnologie di storage». Così Rino ha un’idea: tornare in Europa per sviluppare uno storage tutto europeo.
E proprio il suo Paese natale, l’Italia, sarebbe stata la culla del suo progetto. «La nostra storia racconta di un successo che anche in questo Paese è possibile ottenere perchè è proprio qui che noi ci occupiamo di tutta la progettazione e sviluppo».
La nascita di Avaneidi
Tornato in Italia con tante idee in tasca, Rino coinvolge nell’avvio della sua impresa alcuni colleghi: «Quell’idea si è trasformata in una sfida, convinti del fatto che mettere in piedi un progetto così ambizioso sarebbe stato possibile anche nel nostro Paese». Piano piano prende forma Avaneidi, la prima soluzione di storage ad alta sicurezza interamente progettata e realizzata in Italia. Integrando un hardware innovativo, firmware e il proprio sistema operativo proprietario, Avaneidi aggancia l’approccio “security by design”, che garantisce protezione e affidabilità riducendo, al contempo, il consumo energetico.
«Ci siamo occupati anche di hardware perché ci sono alcune componenti importanti che in ambito storage sono essenziali affinché lo sforzo di rendere sicuri i dati non sia vano a se stesso», specifica il CEO. La casa di Avaneidi è Saronno, in provincia di Varese, dove si mettono a punto sistemi sicuri di storage dei dati aziendali: un aspetto che è al centro anche delle tante pubblicazioni e dei libri redatti da Rino.
A chi si rivolge la startup
Avaneidi è pensata, in particolar modo, per organizzazioni e settori altamente sensibili: dalle istituzioni alla finanza, dalla difesa alla sanità fino all’automotive. «Sembrerà un po’ strano ma in realtà uno dei settori su cui puntiamo di più è proprio quello dell’automotive – spiega il CEO – Il team, composto da 13 persone, lavora anche per garantire sempre più sicurezza nel settore della guida autonoma. Noi ci rivolgiamo a tutti coloro che si assumono delle responsabilità sulla sicurezza dei dati nei confronti di terzi. Per ora il nostro primo mercato resta quello europeo, ma in futuro chi lo sa».
I prossimi passi di Avaneidi
«Avaneidi si propone come soluzione a livello mondiale – spiega Rino – Questo è stato, sin da subito, l’obiettivo, e negli ultimi anni ci si è resi conto di quanto sia sempre più importante la sicurezza dei dati. Ora l’attenzione al settore è cresciuta e c’è stata via via sempre più curiosità verso la nostra soluzione». Questo investimento servirà ad Avaneidi per avanzare non solo nel campo dell’hardware ma anche del software, verso la promozione di una transizione digitale sostenibile. «Vorremmo lanciare una partnership con United Ventures, che ha creduto in noi e ha investito in Avaneidi – specifica il CEO – Oggi abbiamo già il proof of concept e dobbiamo portarlo a livello industriale, seguendo la centralità della sicurezza. Puntiamo, dunque, all‘industrializzazione del prodotto, all’allargamento e al consolidamento della customer base. Avaneidi sta già lavorando con una multinazionale americana per diventare un punto di riferimento nella fornitura di storage sicuro. Gli americani sono più pragmatici e hanno validato la nostra tecnologia sino a diventare nostri clienti. Ora vogliamo conquistare anche gli europei».