Come in UE, anche il Paese dell’Oceania pensa a una aliquota minima per le multinazionali con fatturati da oltre 750 milioni di euro che operano nei servizi digitali
Con l’entrata in vigore della Global minimum tax europea, a partire dal 1 gennaio 2024, nessun gruppo multinazionale può pagare meno del 15% di tasse sul reddito prodotto nell’Unione. E se l’UE già da tempo si è mossa in questa direzione, al fine di garantire un livello di imposizione fiscale minimo globale per le Big Tech con fatturato globale pari o superiore a 750 milioni di euro, adesso anche in Nuova Zelanda è al vaglio una proposta di legge simile.
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La Global minimum tax UE
Con l’intento di garantire, appunto, un livello di imposizione fiscale minimo globale per le Big Tech, dal 1° gennaio 2024 la normativa sulla Global Minimum Tax diverrà efficace in tutto il territorio dell’Unione europea. Agli Stati membri, il compito di recepire le nuove norme entro il 31 dicembre 2023. In questo senso, in Italia, con il via libera del Consiglio dei Ministri del 16 giugno 2023 alla legge di delegazione europea 2022-2023, il Governo ha posto il primo tassello per il recepimento nel nostro ordinamento. La normativa riguarda tutte le grandi multinazionali come Amazon, Google, Facebook ed Apple.
La proposta della Nuova Zelanda
Sulla scia della Global minimum tax europea, anche la Nuova Zelanda prevede l’introduzione di una legislazione per un’imposta sui servizi digitali che coinvolge le grandi multinazionali a partire dal 2025. La proposta di tassazione si rivolgerà alle Big Tech che guadagnano dagli utenti neozelandesi tramite piattaforme di social media, motori di ricerca e mercati online. L’imposta sarebbe a carico delle imprese che registrano introiti superiori a 750 milioni di euro (812 milioni di dollari) all’anno dai servizi digitali globali e oltre 3,5 milioni di dollari annuali dai digital services forniti agli utenti neozelandesi. L’imposta verrebbe applicata al 3% sulle entrate lorde imponibili per i servizi digitali in Nuova Zelanda, un’aliquota simile adottata da paesi comparabili come Francia e Regno Unito. Il disegno di legge sarà presentato giovedì 31 agosto in Parlamento.