Il colosso arruola nuovi partner. Si può lavorare sette giorni su sette, ventiquattro ore al giorno. E in America l’azienda offre diecimila dollari ai dipendenti per mettersi in proprio
Imprenditori di se stessi, con la benedizione di Jeff Bezos. Amazon ha dichiarato l’intenzione di dimezzare i tempi di attesa per gli acquisti con Prime. L’idea è quella di portare i pacchi a casa del cliente in 24 ore, avvicinandosi sempre più all’esperienza in negozio. E il modo per farlo è incentivare i dipendenti americani a uscire dall’azienda e mettersi in proprio.
Il colosso dell’e-commerce lancia lo schema “Pay to quit” che offre diecimila dollari a chi decide di lasciare l’impiego nella società per lavorare in autonomia facendo consegne. Diecimila dollari, ovvero circa tre mesi di salario lordo, più una serie di benefit, tra cui l’accesso all’enorme ammontare di ordini lavorati. Amazon ci guadagna velocità nel recapito dei prodotti, e anche controparti più deboli con cui trattare i compensi. Un affare.
Padroncini dotati di un solo furgone e aspiranti self made man in grado di mettere assieme una flotta da diverse decine di mezzi: tutti sono ben accetti nel programma di Bezos.
Diventare partner Amazon: in Europa si parte dalla Spagna
Lo schema di partnership è arrivato (senza i dollari riservati ai dipendenti, però) anche in Europa: si comincia da Madrid e Valencia per poi estendersi ad altre città iberiche.
Ma come si sostanzia la collaborazione? Si può lavorare sette giorni su sette, ventiquattro ore al giorno. I pacchi – dichiara l’azienda – mediamente non superano i 22,6 kg di peso, e la distanza massima i 120 km totali. Chi diventerà partner riceverà un training, ma poi dovrà farsi carico di formare in autonomia eventuali dipendenti su procedure e sicurezza.
Per aderire è necessario avere la disponibilità di un furgone con almeno 5,6 metri cubi di volume: ma a Madrid i contractor potranno impiegare dipendenti che effettueranno le consegne anche a piedi o in bicicletta.
La leva di marketing utilizzata, si diceva, è quella dell’enorme volume di consegne generato dal colosso statunitense: riuscendo a mettere in piedi una flotta di 40 veicoli, calcolano a Seattle, i profitti potrebbero raggiungere i 300mila dollari all’anno.
A disposizione dei futuri partner c’è tutta una serie di strumenti e facilitazioni: dal software gestionale che consente di ottimizzare percorsi e tempi di consegna a sconti per leasing di veicoli e assicurazioni.
Tra i vantaggi per chi decidesse di unirsi allo schema c’è anche la possibilità – ma non l’obbligo, pare – di utilizzare l’immagine coordinata della società per dipingere il furgoncino in nero con il sorriso blu. Possibile anche far uso di divise brandizzate. Il futuro della gig economy passa, ancora una volta, da qui.