Verticale nell’ambito madtech. Dopo anni nel campo della consulenza e dell’impresa, i tre cofounder hanno fatto squadra. «Troviamo giovani con idee e progetti interessanti. E diamo loro capitali e connessioni industriali»
Raccontare le startup, come ci piace fare sul nostro magazine, significa ascoltare le esperienze, i successi e i fallimenti di Founder e Ceo. Ci sono volte, però, in cui è importante ascoltare anche le voci di chi, quegli imprenditori, li sostiene economicamente e non solo. I fondi di Venture Capital rappresentano soggetti fondamentali dell’ecosistema, impegnati a raccogliere capitali di rischio da investire in aziende innovative – in fase early o scaleup – che da lì a qualche anno potrebbero esplodere col proprio business. La storia di BlackSheep (qui il sito ufficiale), VC italiano attivo sul mercato europeo dal 2021 e specializzato nel segmento madtech, racconta di tre professionisti che, dopo una vita nel campo della consulenza e del digital advertising, hanno messo a fattore comune le competenze per cambiare ruolo. «Oggi facciamo gli allenatori: troviamo giovani con idee e progetti interessanti. Diamo loro capitali e connessioni industriali», ci spiega uno dei cofounder Umberto Bottesini.
«Una volta bastava “poca” innovazione: digitalizzavi i processi che prima erano offline»
Il fondo di Venture Capital BlackSheep
Lui, Sandro Moretti e Marco Caradonna – cofounder di BlackSheep – hanno molto in comune. «Abbiamo iniziato nella consulenza. Io, ad esempio in IBM». L’epoca non è quella recente. «Sono entrato nel marketing digitale nel 1999». Poco prima dello scoppio della bolla delle dot.com e il diluvio di condanne a morte per internet, tecnologia di cui vent’anni fa ancora in pochi fiutavano il potenziale. Bottesini si è alternato tra startup e grandi brand, ricoprendo ruoli di vertice, con exit importanti che gli hanno permesso di voltare spesso pagina per dar il via a nuove iniziative.
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Ma su quelle preferisce non concentrarsi. «Rispetto a venti anni fa, i problemi da risolvere sono diventati più complessi perché il canale, internet, è più maturo». Il web di una volta non era così innervato nella quotidianità di persone e imprese. «Quando ho iniziato a lavorare in questo settore bastava poca innovazione: digitalizzavi i processi che prima erano offline». Nel 2023 qual è la differenza? «Viviamo una fase di creazione, non più di conversione – spiega Umberto Bottesini – La digital transition significa creare modelli che nascono sul digitale».
Innovare oggi, rispetto a ieri
Qual è il punto di partenza per chi vuole fare impresa? «La vera materia prima è la creatività. Tutte le nostre scaleup risolvono un problema esistente nell’industria». Parliamo dunque di BlackSheep, fondo di Venture Capital madtech, verticale su marketing e advertising technology: al momento ha a disposizione 40 milioni di euro che sta in parte investendo tra Italia ed Europa. «Siamo in fase di second closing: arriveremo a 70 milioni, dimensione ideale per fare le operazioni che abbiamo in mente. Investiremo in 20 scaleup».
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In portfolio al momento ne notiamo alcune di cui già abbiamo scritto come iGenius. Ma compaiono anche realtà come Scibids Technology SAS e Roibox. Di base BlackSheep non investe nella fase seed. «A meno che non ci sia una tecnologia straordinariamente disruptive. Altrimenti puntiamo su ticket che vanno dai 2 ai 7 milioni, da lead investor, in round che vanno dai 5 ai 15 milioni». Il quadro di riferimento è europeo. «Ci sono 3 deal importanti che si stanno affacciando».
Il trend dell’AI e il madtech
Il mondo del marketing e dell’advertising, così come molti altri, è stato investito dalla rivoluzione digitale. Che ne sarà della creatività ora che l’AI sorprende sempre di più? «Parliamo di ChatGPT. Questa partita è iniziata anni fa: oggi ChatGPT è poco più di una demo, basata su un set di dati molto limitato. Quelle che vedremo sono forme di AI allenate su set di dati più ricchi». Automazione, da cui licenziamenti?
«Non distruggerà il lavoro umano. Rimpiazzerà il lavoro labor-intensive, a basso valore aggiunto, con processi magari pieni di errori. L’AI aiuterà a prendere decisioni strategiche, lavorando per l’uomo. Non si sostituirà nelle decisioni: fornirà set di decisioni possibili alle persone». Ci sarà tempo per capirne l’effettivo impatto. Sarà compito anche delle startup intercettare nuovi bisogni e risolvere problemi. «A BlackSheep mettiamo a disposizione le nostre competenze: proveniamo dall’economia reale, abbiamo fatto impresa e conosciamo i Big del settore. Chiediamo risultati, certo, ma forniamo anche connessioni e siamo i primi a proporre le nostre startup a potenziali compratori».