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La startup agritech è la vincitrice della prima edizione della call SyngenTalent. Le interviste alla Ceo Chiara Antonucci e all’AD di Syngenta Italia Massimo Scaglia
Un software per l’agritech che attraverso l’AI valorizza la biodiversità del suolo. A svilupparlo con un algoritmo proprietario è Abit, startup innovativa vincitrice del SyngenTalent, la Call4Ideas voluta da Syngenta Italia e che per questa prima edizione ha raccolto oltre 70 candidature. «Siamo arrivati a sviluppare un software basato su modelli matematici che mette in relazione dati climatici con il calcolo della biodiversità del suolo. Il suolo è una parte viva, organica. E siccità e cambiamenti climatici sono un problema per i raccolti». Chiara Antonucci, Ceo di Abit, è stata intervistata da StartupItalia per raccontare la sua esperienza e i progetti in corso con Syngenta. Per spiegare la call abbiamo poi raccolto gli spunti di Massimo Scaglia, AD di Syngenta Italia.
Il mercato agritech
Partiamo dai dati di contesto globale sull’ecosistema agritech. Secondo questa ricerca il valore nel 2022 del mercato agritech superava i 22 miliardi di dollari ed entro il 2032 dovrebbe sfiorare i 76 miliardi. «Syngenta è una società che investe e vive di innovazione», ha premesso Scaglia. Come però accade spesso all’interno di grandi corporate è importante non soltanto investire in ricerca e sviluppo interni, ma sondare il mercato delle startup e capire se altrove qualcuno ha tecnologie e servizi che possono essere accolti in un’ottica di open innovation. «Il nostro obiettivo – ha evidenziato Scaglia – è far evolvere l’agricoltura nella direzione che in tanti chiedono. I cambiamenti climatici e l’aumento della popolazione imporranno di produrre meglio e nella stessa superficie di terreno».
Syngenta come ha proseguito l’ad «è infatti fortemente impegnata nel supportare gli agricoltori nel passaggio a un modello di agricoltura più sostenibile, sia dal punto di vista economico sia ambientale. Tecnologia e innovazione svolgono un ruolo fondamentale in questa transizione, ma al centro di tutto c’è l’agricoltura rigenerativa». Questo approccio comporta il trovare un equilibrio tra la necessità di produrre cibo sufficiente e la responsabilità di preservare l’ambiente.
Il percorso con Syngenta
Abit ha vinto 50mila euro e come componente di questo grant c’è anche una fase di mentoring che durerà fino al 2024. «Supportare idee come quella di Abit nell’agritech è una sfida per innovare nel settore – ha detto Scaglia -. In Italia abbiamo più di 1 milione di aziende agricole, molte a conduzione famigliare. In alcuni casi c’è più resistenza al cambiamento». C’è poi il tema del parco macchine che in alcuni casi non è adeguato a ricevere e dunque utilizzare le nuove tecnologie (dispositivi, sensori e altri apparecchi). «Noi vogliamo aiutare gli agricoltori a valorizzare la loro produzione».
Abit riceverà l’attività di mentoring ottenuta vincendo la call, continuando nel frattempo a sviluppare il proprio software. «Lavoreremo sul mercato italiano, ma il sistema è applicabile in tutto il mondo – ha spiegato la Ceo Antonucci -. Il software preleva dati climatici da satelliti e da sensori e l’indice di biodiversità viene analizzato dai campionamenti». Il risultato finale per l’agricoltore è anzitutto una conoscenza più approfondita dei terreni tramite app, arricchita poi da suggerimenti su possibili azioni da mettere in pratica per migliorare la resa del terreno. «Abit ha individuato nella salute del suolo un punto focale – ha concluso Scaglia -. Per quanto ci riguarda Syngenta continuerà a portare avanti iniziative che la mettano in contatto con i talenti».