Il progetto prevede formazione per i docenti e “tecno bidelli” nelle classi
Metti l’Università, il Comune, una banca e le scuole in sinergia per rivoluzionare le scuole: è quello che è accaduto a Torino dove l’amministrazione, il Politecnico, il Csi Piemonte, il Comitato Ict, l’istituto “Mario Boella” e la Compagnia di San Paolo, hanno dato vita ad un progetto per porterà il wi-fi nelle classi di 12 istituti. E già questo potrebbe bastare. Ma sotto la Mole Antonelliana hanno pensato anche alla formazione degli insegnanti e a mettere a disposizione delle scuole una task force di studenti capaci di risolvere i problemi delle singole scuole.
Il progetto è stato presentato nei giorni scorsi proprio alla scuola “Margherita di Savoia” dove i piccoli allievi troveranno presto le loro aule connesse. L’obiettivo è quello di avviare per l’anno scolastico 2015/2016 un tipo di didattica innovativa e digitale. Intanto per ora verranno connesse dodici scuole elementari e medie con rete a banda larga in tutto l’edificio scolastico. Agli insegnanti si farà formazione informatica ed è prevista l’assistenza tecnica di un gruppo di studenti del Politecnico che si trasformeranno in una sorta di “tecno bidelli”.
Per riuscire a realizzare il progetto quattro istituti saranno connessi attraverso la fibra ottica, gli altri otto con ponti radio. Il Politecnico ha deciso di mettere a disposizione delle scuole la rete del Consorzio Garr, dedicata agli atenei e alle istituzioni di ricerca. Una sfida che vede giocare un ruolo importante anche ai privati: le scuole coinvolte saranno dotate, infatti, di laboratori informatici grazie a pc donati e rigenerati sia nella parte hardware, sia nel software con l’installazione di sistema operativo e applicativi “open source”.
Un altro passo importante per il Piemonte dove l’azione di Cl@ssi 2.0 ha già coinvolto 223 scuole con due classi per istituto, il 68,5% del primo ciclo, il resto alle superiori. Inoltre ha interessato 3157 docenti, il 42% dei quali alla secondaria di secondo grado. Siamo di fronte a gocce nell’oceano se si pensa che solo in provincia di Torino, le classi sono 12 mila ma sempre più dobbiamo porci nell’ottica che di fronte ai ritardi, ormai cronici, del nostro Paese, vanno fatte sinergie, vanno creati connubi tra istituti, uffici scolastici provinciale e regionali università.
Pensare che gli studenti degli atenei entrino in classe si tratta di una risorsa importante non solo dal punto di vista tecnico ma anche educativo. Un’occasione preziosa anche per i docenti che possono davvero imparare da questi ragazzi mettendosi in ascolto e chiedendo loro tutte le informazioni necessarie. Il progetto realizzato a Torino ha una valenza proprio perché riesce a mettere in rete per creare Rete. Ormai è indispensabile, tuttavia, non solo creare connessine ma far sì che la si utilizzi e la si adoperi proprio per un modello di didattica innovativa. Spetterà alle scuole, alle amministrazione aprire nei prossimi anni sempre più le porte delle loro classi per cambiare il modo di far lezione.