In un incontro con la stampa, l’AD Enrico Resmini ha presentato cifre e previsioni. Il modello a cui puntare è la Francia. Ecco come “arrivarci”
«Selettività è la parola chiave per far crescere il mercato in maniera sana. Con le startup non serve l’approccio helicopter money». Enrico Resmini, amministratore delegato di CDP Venture Capital, è stato tra i relatori di un incontro con la stampa a Milano durante il quale la società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti ha tirato le somme di quanto fatto in due anni di attività, parlando dei contributi apportati all’ecosistema dell’innovazione e offrendo una visione sul futuro prossimo, con scenari di mercato promettenti per il paese. Inaugurata nel gennaio 2020, CDP Venture Capital ha in gestione finora 1,8 miliardi di euro, con quasi 1 miliardo di investimenti già deliberati e una presenza molto forte nel Mezzogiorno, dove sono localizzate il 35% delle operazioni sulle aziende innovative. Oltre a Resmini hanno preso la parola l’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, Dario Scannapieco, e Andrea Montanino, Chief Economist and Director Strategie settoriali e Impatto.
«Nel 2021 gli investimenti di Venture Capital in Germania ammontavano a 17 miliardi, in Francia a 11. Se è vero che da una parte l’Italia è ancora fuori dalla top 10 europea, stiamo comunque recuperando terreno», ha premesso l’AD di CDP Scannapieco, avanzando una delle sfide di cui spesso di parla per rendere l’idea dei modelli (realistici) a cui l’Italia può ispirarsi per crescere. «In Francia, dieci anni fa, la situazione per quanto riguardava le startup era simile a quella odierna in Italia. Il pubblico ha svolto un ruolo molto importante e, infatti, CDP Venture Capital vuole fare esattamente la stessa cosa». Nei mesi scorsi il presidente Macron ha festeggiato l’ennesimo unicorno d’Oltralpe. In Italia la aziende valutate almeno 1 miliardo di dollari si contano ancora sulle dita di una mano.
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Ai dati odierni, tuttavia, deve agganciarsi una «narrativa controcorrente», come è stato detto dai relatori dell’incontro. Come ha aggiunto Resmini, una delle chiavi per far crescere l’ecosistema startup italiano è «raccontare le belle storie» che, come dimostriamo ogni giorno sul nostro magazine, testimoniano la creatività e l’ingegno di imprenditori e imprenditrici, ricercatrici e ricercatori, che riescono a trasformare un’idea di laboratorio in una azienda. «Siamo l’ottava nazione al mondo per pubblicazioni scientifiche – ha detto Montanino – ma non siamo ancora l’ottava al mondo per Venture Capital. Tanta ricerca non riesce a diventare impresa».
L’azione di CDP Venture Capital va a toccare l’intero ciclo di vita delle startup, dall’early stage, fino al late stage, con differenti strumenti e ticket di investimento. Ma per individuare le migliori, si è resa necessaria la strutturazione di una rete, distribuita su tutto il territorio nazionale: cinque poli di tech transfer e 18 acceleratori sono state alcune delle basi fondamentali per raccogliere oltre 2200 application di startup di cui ne sono state selezionate poco più di 170. «Il tasso di selettività è dell’1,5% – ha precisato Resmini – vale a dire che su 100 startup ne selezioniamo meno di due». Condizione inevitabile se ci si vuole focalizzare, come da piano del gruppo, in settori come il Deep Tech, dove l’Italia vanta eccellenze e un margine di competizione su cui può giocare le proprie carte.
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Finora CDP Venture Capital ha investito direttamente in oltre 250 startup. «Il VC in Italia non è sulla rampa di lancio: stiamo parlando di qualcosa che è già in moto», hanno specificato i relatori. E infatti ci si aspetta che entro il 2025 il settore arrivi a valere 4 miliardi di euro all’anno (ad oggi ammonta a 2 miliardi). «Ci saranno 100mila nuovi occupati e oltre cento nuovi fondi attivi». Questo però è lo scenario inerziale, ovvero se le cose dovessero continuare a crescere al ritmo attuale, positivo ma non sostenuto. «Con i giusti fattori, si potrebbe arrivare a 9 miliardi di euro all’anno entro il 2025». Ma a quali condizioni sarebbe possibile un’impennata simile? «Occorrono risorse aggiuntive, soprattutto da investitori internazionali».
In conclusione CDP Venture Capital ha presentato anche il piano sui 3,5 miliardi aggiuntivi, che aumenteranno l’impatto della società sull’ecosistema. «Arriveremo a gestire in totale più di 5,3 miliardi – ha spiegato Resmini – e delle nuove risorse 1,5 miliardi saranno destinati su infrastrutture e sostegno dei fondi di VC; 1 miliardo andrà alle startup in fase growth e late stage; il restante miliardo verterà su ambiti strategici come Aerospazio e Scienze della vita».