Dal 21 al 30 luglio, pedagogisti, educatori, insegnanti, urbanisti di ogni continente si confronteranno al convegno MCE di Reggio Emilia sul tema “le città e i bambini”
Immaginante un incontro di insegnanti ed educatori di ogni continente che si ritrovano a Reggio Emilia per parlare di sguardi che cambiano il mondo e di “abitare insieme le città dei bambini e delle bambine”. Immaginante un gruppo di urbanisti, amministratori e pedagogisti di vari Paesi e città del pianeta a confronto sulle proposte che mirano a integrare scuola e città, per migliorare la qualità della vita e dei percorsi di crescita dei bambini. Immaginiamo educatori di diverse lingue, pedagogisti, ricercatori che dibattono sulle necessità comuni e sulle differenze dei percorsi di crescita di bambini e bambine nei diversi Paesi del mondo.
E’ quanto accadrà dal 21 al 30 luglio al Centro internazionale “Loris Malaguzzi” di Reggio grazie al MCE, Movimento di Cooperazione Educativa che ha avuto l’incarico di organizzare l’incontro internazionale promosso ogni due anni dalla Federazione Internazionale dei Movimenti di Scuola Moderna (Finem).
La Finem oggi è presente in 40 Stati ed è amministrata da un consiglio di amministrazione formato da 5 membri in rappresentanza di diversi Paesi. Ogni due anni la Federazione organizza, d’estate, un incontro internazionale aperto a tutti gli educatori nel cui ambito vivere realmente la scuola attiva, confrontare esperienze, metodologie, tecniche didattiche, praticare la metodologia del laboratorio, e nello stesso tempo confrontarsi sulle grandi tematiche educative del nostro tempo: lo sradicamento urbano, la dimensione interculturale, l’ educazione dinamica , la scuola come contesto democratico, la globalizzazione, le pari opportunità, i diritti dei bambini.
Nel 2006, il meeting venne fatto in Senegal; nel 2008 in Messico; nel 2010 in Francia e nel 2012 a Leon, in Spagna. Ora tocca all’Italia. Per nove giorni arriveranno pedagogisti, insegnanti, educatori dalla Svezia, dal Cameroun, dal Messico, dal Giappone, dalla Spagna e dall’Argentina. L’idea di questo incontro internazionale nasce nel 1957 quando il pedagogista e maestro francese Celestin Freinet fondò la Federazione. Il suo scopo, ora come allora, è di realizzare nei diversi Paesi le condizioni per il diritto di tutti all’istruzione secondo i principi dell’educazione attiva, e di dotare le istituzioni scolastiche di risorse tali da consentire un’ educazione dinamica e una reale “alfabetizzazione culturale”.
Un’occasione davvero unica per l’Italia: abbiamo tremendamente bisogno di confrontarci con altre esperienze. Spesso chi insegna non conosce i modelli d’istruzione dell’America Latina o dell’Africa eppure da loro potrebbe imparare molto. Non potrò mai dimenticare quella volta che sotto un albero di baobab, in Senegal, trascorsi una serata intera con un direttore della scuola primaria che mi raccontava di quanto tempo loro passassero ad ascoltare i loro alunni e quanto quei bambini avessero la capacità di dare peso alla scuola in un Paese dove per arrivare in classe alle otto ti devi svegliare alle cinque e camminare per chilometri a piedi.