Olivia Monteforte, Federico Brocani e Massimiliano Camillucci hanno condiviso i loro saperi e le loro esperienze per offrire alle attività artigianali la possibilità di essere raccontate andando oltre i loro naturali confini.
La storia di 360° Storytelling inizia al numero 25 di via Giuseppe Mazzini, nella città di Pesaro. Qui si trova l’atelier e laboratorio di Olivia Monteforte. Classe 1982, si è laureata in filosofia e da diversi anni lavora autonomamente come artigiana e designer di scarpe. Olivia ha studiato lo spazio in cui lavora in funzione della modalità operativa con cui crea i suoi prodotti. Uno spazio in cui laboratorio e atelier si fondono per far entrare i visitatori all’interno del processo produttivo. Parlare con gli avventori più curiosi è un’opportunità, perché l’artigianato per essere apprezzato va capito e colto e l’artigiano ha il compito di divulgare la sua arte.
Sempre a Pesaro muove i suoi primi passi nel mondo delle startup Federico Brocani. Frequenta un corso presso il Warehouse Coworking di Marotta, poi crea Marchecraft (ne abbiamo parlato qui), una piattaforma di esperienze artigianali. Esperienze che permettono di creare con le mani, insieme all’artigiano, un pezzo unico che il viaggiatore riporterà a casa come ricordo della sua visita. Nel 2018 Brocani incontra Massimiliano Camillucci, un consulente informatico digitale appassionato di arte. Insieme iniziano a sperimentare l’uso della realtà virtuale per raccontare storie, poi il creatore di Marchecraft getta un ponte tra lo sviluppatore Camillucci e l’artigiana Monteforte.
Così nasce 360° Storytelling, una startup specializzata in Video Storytelling ed Esperienze interattive in realtà virtuale. Olivia è la prima a saggiare con entusiasmo questo linguaggio perché vuole comunicare cosa significhi Made in Italy, fatto a mano, far vedere lo spazio in cui nascono le sue creazioni, mostrare la trasparenza del suo lavoro. Di ritorno dallo Smau Berlino 2019 (ne abbiamo scritto qui), i tre fondatori di questa startup innovativa ci raccontato come la loro creatura potrebbe diventare grande.
L’intervista
Quali sono stati i primi passi di 360° Storytelling?
B: Grazie a una call per startup promossa dalla Regione Marche abbiamo avuto la possibilità di partecipare allo Smau di Milano che ci ha permesso di farci conoscere a diverse realtà imprenditoriali. Non ti nascondo che le manifestazioni di interesse che abbiamo ricevuto ci hanno trasmesso l’entusiasmo necessario per proseguire il nostro percorso di crescita.
Che tipo di impatto può avere l’utilizzo della realtà virtuale nel raccontare un brand di un’attività artigianale?
M: Ho ricevuto molte chiamate da persone che mi chiedevano come avessi deciso di mettermi in gioco con 360° Storytelling. Per un’attività artigianale è una modalità inedita di comunicare i valori che la costituiscono e che la ispirano. Dal mio punto di vista è quella più efficace in termini di trasparenza e autenticità, ma le diverse opportunità che offre sono ancora tutte quante da cogliere.
Sono a Roma e vorrei visitare la bottega di Monteforte senza spostarmi da casa. Di cosa ho bisogno?
C: Tramite un visore per la realtà virtuale è possibile visitare il negozio di Olivia grazie a un video in formato 360° gradi girato con appositi strumenti di registrazione. Sotto la suola delle scarpe da lei prodotte è stampato un Qr Code che se scansionato permette di guardare il filmato. In questo modo la garanzia di qualità diviene un’esperienza da vivere a 360° e con i propri occhi.
Oltre alle attività artigianali, chi altro può essere interessato ad utilizzare il vostro prodotto?
B: Ci sono sicuramente altri tipi di attività che possono esplorare il modo di comunicare di 360° Storytelling. Noi siamo partiti dall’artigianato perché avvantaggiati dalla community che si è creata attraverso Marche Craft. Ora stiamo sviluppando delle relazioni con alcune realtà incontrate durante gli Smau di Milano e Berlino. Gli incontri business to business sono stati molto stimolanti per poter interagire, successivamente, con realtà che hanno apprezzato il nostro lavoro di promozione delle eccellenze italiane per capire anche come proporsi all’estero.
360° Storytelling vuole distinguersi per il modo in cui declina il concetto d’innovazione.
C: L’innovazione non sta nell’utilizzare degli strumenti che ormai sono accessibili a tutti, ma nel creare un linguaggio che permetta alle attività artigianali di essere raccontate andando oltre i loro naturali confini. 360° Storytelling è un progetto che vuole raccontare le tantissime storie del Made In Italy. L’interesse è molto alto, soprattutto verso l’esplorazione in Realtà Virtuale degli atelier “segreti”, o meglio dei tesori nascosti. Quindi cerchiamo partner in Italia e all’estero per creare un business a metà tra il servizio di comunicazione e la realizzazione di un prodotto culturale.
Dopo lo Smau di Berlino siete attesi a Fabriano.
B: L’evento di Berlino è stato molto impattante e formativo. Grazie alla Regione Marche e Smau, siamo stati selezionati come le 5 startup della Regione migliori in ambito innovativo. Dal 5 all’8 settembre parteciperemo alla seconda edizione del Remake Festival di Fabriano. Quest’anno l’evento è dedicato alla tematica: “Arte più lavoro uguale creatività: artigianato, industria e agricoltura per favorire tradizione e innovazione, resistenza e trasformazione, analogico e digitale”.