Non si ragiona più per silos, ma per logiche integrate e dinamiche interconnesse. Dobbiamo puntare a nuove collaborazioni, ma alla base ci sono metodo e solidità. L’innovazione tocca tutti i settori, noi siamo in campo per raccontarla e supportarla. Per i dieci anni di StartupItalia, l’intervista al nostro CEO Dario Scacchetti
Dieci anni. Per alcuni è un tempo breve, per altri un po’ meno. Per l’innovazione è un tempo molto lungo. Anche per noi di StartupItalia, che di innovazione ci occupiamo tutti i giorni. E in questi ultimi dieci anni di cambiamenti ce ne sono stati davvero tanti. Nel 2013 tutti noi stavamo facendo i conti con le conseguenze di una crisi finanziaria che ha portato con sé lunghi strascichi. Quando pensavamo che il peggio fosse alle spalle, ci siamo imbattuti nella pandemia. Alcuni l’hanno paragonata a una guerra per le complicazioni e le conseguenze che ha portato con sé, inconsci del fatto che due anni dopo una nuova guerra, vicino a noi, sarebbe scoppiata davvero. Ed eccoci qua oggi, in un nuovo mondo, ibrido, suddiviso tra reale e virtuale, dove gli assetti geopolitici e sociali sono stati stravolti. Un po’ confusi ci siamo riassestati. Abbiamo rivisto le nostre priorità, ridefinito i nostri confini, ci siamo preparati a una nuova sfida che si chiama futuro. Nietzsche diceva che bisogna avere un caos dentro di sé per generare una stella danzante. La vera forza degli innovatori è proprio quella di generare valore anche nei momenti più critici. Ne è convinto Dario Scacchetti, CEO di StartupItalia da maggio 2022. L’approdo per questo top manager di lungo corso avviene dopo varie esperienze alla direzione di differenti settori industriali. Infatti Scacchetti ha lavorato in Atlantia, Ansa, Vodafone, Ingenico, Multiversity. «Nel nostro piccolo è quello che proviamo a fare ogni giorno, per consegnare a chi verrà dopo di noi un mondo migliore. In StartupItalia l’innovazione è alla base di ogni singolo progetto che in questi anni abbiamo messo in piedi, mattone dopo mattone, pensando al passo successivo, al futuro e… guardando sempre al bicchiere mezzo pieno», precisa Scacchetti.
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Come è cambiato il panorama dell’innovazione in questi ultimi dieci anni?
Come tutti, abbiamo attraversato profondi cambiamenti, un percorso intrapreso nel modo giusto: dopo la pandemia ora si guarda al futuro, che è già presente. I temi legati all’ambito ESG, su tutti, rappresentano il centro dell’innovazione e tutto ciò che ruota attorno al paradigma della sostenibilità ci tocca davvero da vicino.
Tecnologie e persone…
Troppo spesso dimentichiamo una cosa importante: al centro ci sono sempre le persone, il cosiddetto capitale umano. Grazie alla forza di volontà, alla cooperazione e a tantissime nuove idee, siamo riusciti a superare le ultime grandi crisi che hanno coinvolto tutta la società. Ci siamo reinventati, immersi all’interno di un nuovo mondo che stiamo imparando a conoscere giorno dopo giorno, con sempre maggiore consapevolezza.
Quali sono i settori al centro dell’innovazione oggi?
Tutto ciò che ruota attorno alla sostenibilità, fulcro delle nostre azioni quotidiane. La formazione, personale e professionale, è un altro tema fondamentale su cui anche noi stiamo investendo molto, in particolar modo quella a forte matrice innovativa e digitale, il cosiddetto edutech. Oggi si richiede una formazione e un upskilling costante, un apprendimento continuo da “longlife learning”, per essere pronti ad affrontare qualsiasi sfida o crisi. La tecnologia oggi tocca tutti i settori innovativi: dal biotech all’agritech, dall’edutech all’adtech. Noi di StartupItalia, come digital media company, siamo come sempre in campo per raccontare e supportare l’innovazione del domani.
Come è cambiata StartupItalia negli anni?
StartupItalia ha iniziato come magazine dedicato essenzialmente alla pubblicazione di bandi per innovatori. Oggi siamo una digital media company che racconta l’innovazione puntando su contenuti editoriali di valore, con una particolare attenzione, oltre che ai contenuti e alle iniziative editoriali, all’edutech e all’adtech. Nel nostro percorso, oltre i soci della prima ora e in particolare Nana Bianca, ci accompagna CDP Venture Capital, offrendoci l’opportunità di crescere ancora di più e proiettarci verso nuove sfide, in particolar modo nel Sud-Italia, un territorio ricco di grandissime opportunità e con potenzialità notevoli che vogliamo esplorare e supportare sempre più a fondo.
Cosa ti ha convinto a salire a bordo di StartupItalia?
In questa azienda ho visto un enorme potenziale alimentato da persone che nei progetti legati all’innovazione ci credono davvero e sono sempre pronte a raccogliere nuove sfide. Quello dell’innovazione, in tutte le sue declinazioni, è un mondo complesso e affascinante, dove l’insieme degli interessi in gioco costituisce un vero ecosistema in cui cooperare. La sfida per noi è quella di sostenere e sviluppare questo ecosistema, facendo convergere quanti più interessi possibile con l’obiettivo di rappresentare un punto di riferimento nell’innovazione, come abbiamo dimostrato in questi primi dieci anni. I temi legati all’ambiente, alla sostenibilità e al governo delle imprese saranno a nostro avviso centrali per qualsiasi ambito innovativo e dunque l’impegno che abbiamo è quello di contribuire il più possibile a rendere migliore il mondo in cui viviamo.
A proposito di sfide, quali sono le prossime?
Fare sistema, anzi fare ecosistema, almeno per i prossimi dieci anni che abbiamo davanti. Un ecosistema che contribuiamo tutti i giorni a consolidare e a innovare, allargando la nostra platea a nuove collaborazioni, partnership, investitori. Per realizzare tutto questo sono essenziali due aspetti: il metodo, per raggiungere i nostri obiettivi, e la solidità, per soddisfare i nostri stakeholder. Vogliamo spingerci oltre confine, allargare i nostri orizzonti e diventare una finestra sull’innovazione non solo in Italia, anche guardando alla cooperazione con altri player stranieri. Vogliamo accompagnare le imprese italiane all’estero, sfruttando la nostra capacità di creare connessioni tra possibili stakeholder stranieri interessati all’innovazione che si fa in Italia e le imprese italiane che guardano a nuovi mercati. Si deve aiutare a creare consapevolezza e agevolare l’accessibilità all’innovazione, consci del fatto che questo mondo, che ci piaccia o no, ha una data di scadenza. È una missione per noi che, da innovatori, vogliamo portare a termine, con la convinzione che ogni giorno dobbiamo fare del nostro meglio per alzare – e superare – l’asticella che abbiamo davanti.