Come ha reagito il “popolo dei social” americano alla notizia del ban di TikTok? E quali sono state le reazioni dopo la decisione del presidente Trump di “Salvare” la piattaforma di ByteDance, come lui stesso ha scritto su Truth? Domenico Giordano, spin doctor e consulente di comunicazione politica per Arcadia, collabora con diverse testate giornalistiche sui temi della comunicazione politica e delle analisi degli insight social e della rete. Dal 2023 è data analyst di “XXI Secolo, quando il presente diventa futuro” il programma di Francesco Giorgino in onda ogni lunedì su Rai 1. Dal 17 gennaio a oggi ha analizzato le reazioni degli utenti americani delle principali piattaforme online prima in merito alla comunicazione del ban, e poi alla decisione del 47esimo presidente USA. Ecco che cosa emerge dai dati.
Trump vola nelle ricerche, ma TikTok crea interazioni
«Durante il periodo temporale dei dati preso in analisi, dal 17 al 20 gennaio, abbiamo preso in considerazione alcune keyword come “TikTok”, “Trump”, “RedNote” e “ban” – spiega l’analista – Il picco di menzioni negli Stati Uniti della keyword “TikTok” è stato registrato tra le 23 e le 24 (Eastern Time) con un balzo in pochi minuti da 35K a 475K di citazioni. Il confronto tra le 2 più significative parole chiave è emblematico: nelle ultime 24 ore, la keyword “Trump” ha incassato 4.3 milioni di citazioni, e 15.5 milioni di interazioni totali (in rapporto 1:3), mentre TikTok seppure si sia fermata a 2.2 milioni di menzioni, è riuscita a generare oltre 21 milioni di interazioni (in rapporto 1:10)».
Allo stesso tempo, il fatto che il neopresidente Trump abbia utilizzato proprio i social per comunicare le sue decisioni in tempo reale ha suscitato un sentiment positivo attorno alla community: «Gli utenti hanno apprezzato l’intervento, soprattutto su Truth e su X, in merito alla sua volontà di risolvere velocemente il blocco di TikTok, suscitando un sentiment positivo nel 48,9% della community, mentre TikTok ha incassato il 29%». In riferimento alle fasce di età del pubblico coinvolto è emerso che: «Nelle 4 keyword censite, la keyword con maggior coinvolgimento di pubblico femminile è TikTok, che si è affermata al 53,3% mentre sia con “Trump”, che con “ban” e “RedNote” è rimasta sempre più alta la componente maschile – spiega Domenico – Un altro dato interessante che abbiamo preso in analisi è l’età: TikTok ha preso un target tra i 18 e i 24 anni per il 43%».
La centralità dell’utente
Quello che emerge dall’analisi di questi dati è una nuova centralità dell’utente dettata proprio dalle principali piattaforme social. «A conferma di come la “piattaformizzazione” delle nostre vite sia fondamentale. La porta d’accesso per gli utenti oggi sono i social e Trump è stato premiato dalla community per la sua capacità di aggiornare in tempo reale tutti su quello che stava accadendo con TikTok (e non solo) – spiega lo spin doctor – Questo fenomeno toglie centralità ai legacy media, che prima erano fondamentali e facevano da filtro su questioni generali. Oggi, invece, l’utente dialoga direttamente con il personaggio o l’azienda di interesse. Il fatto che lo stesso TikTok (azienda privata) si sia appellato al neopresidente Trump pubblicamente sul social e abbia, quindi, chiamato in causa i suoi poteri, è un elemento che ci fa capire quanto siamo immersi in un’era della tech democrazia, con le piattaforme che stanno dando una nuova centralità agli utenti con tutte le opportunità e i rischi connessi: dall’AI, alla disinformazione, verso una mutazione ontologica e una soglia di digital gap che negli USA non esiste, anzi. Si va verso un coinvolgimento sempre maggiore degli utenti».