The Guardian saluta X. Con un annuncio, ufficializzato sullo stesso social di Elon Musk, il media britannico spiega: “I vantaggi di essere su X sono stati ora superati dagli aspetti negativi…useremo le risorse per promuovere il nostro giornalismo altrove“.
Ma quale è la ragione della decisione? “Contenuti spesso inquietanti, promossi o trovati sulla piattaforma, incluse teorie cospirative di estrema destra e razzismo…Il nostro modello di business non si basa su contenuti virali adattati ai capricci degli algoritmi dei giganti dei social media, ma siamo finanziati direttamente dai nostri lettori”, si legge nel pezzo uscito sul media britannico. Una decisione che non arriva a ciel sereno, bensì aleggiava nell’aria da tempo.
I precedenti non solo per il Guardian
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’elezione di Donald Trump a prossimo presidente degli Stati Uniti e la nomina del CEO di Tesla a capo del Dipartimento per l’Efficienza Governativa. Così The Guardian ha convinto il gruppo editoriale ad accelerare i tempi dell’addio. Ora gli utenti di X potranno, comunque, continuare a condividere i contenuti postati dal Guardian. Intanto, Elon Musk intanto ha commentato così la notizia:
Ma il Guardian non è l’unico media ad aver optato per questa scelta. Anche un gruppo di giornali francesi, tra cui testate storiche come Le Monde, Le Figaro e Le Parisien, ha intrapreso un’azione legale contro X per i cosiddetti “diritti connessi“, che garantiscono ai titolari l’autorizzazione o il divieto all’uso dei loro articoli (“uso” inteso anche come distribuzione) e possono dar luogo a compensi quando effettivamente le news vengono postate.
A differenza di Alphabet (Google) e Meta (Facebook), X continuerebbe a sfruttare le notizie senza corrispondere alcuna cifra ai media e guadagnandoci attraverso la pubblicità che viene mostrata accanto ai contenuti condivisi. Il social di Musk non ha rispettato l’ordinanza emessa a maggio dalla Corte di Giustizia di Parigi, che chiedeva allo stesso CEO di divulgare i dati necessari per calcolare l’importo dovuto. Per questo motivo, è fissato un incontro in tribunale tra le parti il 15 maggio 2025.