Divenuta famosa in tutto il mondo per la saga di Harry Potter, l’autrice britannica J.K. Rowling è da anni oggetto di critiche per aver più volte preso posizioni divisive rispetto alle tematiche dell’identità di genere. Nei giorni scorsi ha infatti pubblicato un lungo post su X, rilanciando i dati pubblicati dalla dottoressa Hilary Cass secondo cui il servizio sanitario incaricato in Gran Bretagna di occuparsi di questioni delicate come la disforia di genere non sarebbe così efficace nell’assistere soprattutto i minori: al centro ci sono i trattamenti farmacologici cosiddetti bloccanti della pubertà. Secondo l’esperta le pratiche attuali andrebbero riviste con urgenza per il bene dei minori. Il primo ministro UK Rishi Sunak ha espresso preoccupazione a riguardo.
Cosa ha detto J.K Rowling sulla disforia di genere
«La disforia di genere – ha postato J.K. Rowling su X – è una condizione reale e molto dolorosa e non provo altro che empatia per chiunque ne soffra […]. Tuttavia, non credo che gli interventi chirurgici e gli ormoni trasformino letteralmente una persona nel sesso opposto, né credo nell’idea che ognuno di noi abbia una nebulosa “identità di genere” che può o meno corrispondere al proprio corpo sessuato. Credo che l’ideologia che predica questi principi abbia causato, e continui a causare, danni molto reali a persone vulnerabili».
Le posizioni espresse da J.K Rowling sull’argomento sono chiare da diversi anni, ben prima della pandemia e hanno provocato parecchie divisioni all’interno del fandom di Harry Potter. Alcuni appassionati della saga hanno infatti partecipato a movimenti di protesta e di boicottaggio online, come quando è stato lanciato nel 2023 il videogioco Hogwarts Legacy (senza tuttavia penalizzare le vendite).
Quello che ha evidenziato la ricerca ripresa da Rowling è che il dibattito odierno attorno alla disforia di genere è pesantemente influenzato da posizioni ideologiche che costringerebbero medici ed esperti a non esporsi per paura di ritorsioni e attacchi sui social. L’argomento ha a che fare con il benessere, la salute fisica e mentale delle persone, anche minori, che affrontano quella che viene definita una varianza di genere.
Esistono trattamenti discussi, detti appunto bloccanti, che somministrano farmaci, come la triptorelina, i quali agiscono sul sistema endocrino e fermano lo sviluppo di mestruazioni, crescita del seno e dei peli e lo sviluppo dei testicoli. Come si legge su Questioni di un certo genere, edito Iperborea, l’azione di questi medicinali è temporanea e reversibile.
Tra i follower della Rowling che hanno commentato il lungo post sulle conclusioni della ricerca UK, c’è chi ha scritto che gli Daniel Radcliffe ed Emma Watson (rispettivamente gli attori di Harry ed Hermione nei film) si dovrebbero scusare con Rowling. Il riferimento è alle distanze che entrambi hanno preso dall’autrice rispetto alle sue posizioni ritenute transfobiche. Rowling ha risposto: «Le celebrità che si sono appoggiate a un movimento intento a erodere i diritti conquistati a fatica delle donne e che hanno utilizzato le loro piattaforme per incoraggiare la transizione dei minori possono risparmiare le proprio scuse».