In Australia, un’inchiesta parlamentare esaminerà gli impatti negativi dei social media. L’idea è partita dallo stesso governo australiano, che ha criticato le piattaforme per non essere state abbastanza veloci nel rimuovere alcuni post violenti e vigilare sui contenuti pubblicati, in particolare su Facebook, TikTok e X.
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Il governo australiano contro i social media
«In una serie di questioni, sia che si tratti della questione della violenza domestica che della radicalizzazione dei nostri giovani, qualcosa che continua a emergere ancora e ancora è il ruolo dei social media», ha detto ai giornalisti il primo ministro australiano Anthony Albanese. Il ministro delle Comunicazioni australiano, Michelle Rowland, ha affermato che il Parlamento deve capire come le società di social media «selezionano i contenuti che supportano le democrazie sane, così come i contenuti antisociali che mettono a repentaglio la sicurezza pubblica. Questa indagine fornirà opportunità e risorse ai parlamentari per esaminare attentamente queste società e formulare raccomandazioni su come possiamo rendere queste piattaforme responsabili delle loro decisioni», ha affermato Rowland.
Il video dell’accoltellamento su X
Il primo ministro Albanese ha già avviato una battaglia legale con X di Musk per la richiesta di rimozione dei video dell’attacco con accoltellamento contro un vescovo della chiesa assira a Sydney il mese scorso. Nonostante X abbia comunicato di aver bloccato i post per gli utenti australiani, il commissario australiano per la sicurezza elettronica afferma che il contenuto dovrebbe essere rimosso per tutti gli utenti poiché mostra violenza esplicita. Musk ha commentato la decisione del governo dichiarandola una censura.