Sumo Digital Academy spolvera un titolo del passato che però non è proprio un classico. Ce ne era davvero bisogno?
Alzi la mano chi ricorda Zool: Ninja of the “Nth” Dimension? Probabilmente nessuno. Rispetto a Super Mario e Sonic, difatti, collezionò ben pochi appassionati, complice pure la minor diffusione della console su cui girava, la gloriosa Amiga, anche se riuscì a coagulare attorno a sé alcuni videogiocatori che ancora oggi lo ricordano con affetto. Dopo 30 anni è arrivata la remastered: largo a Zool Redimensioned.
All’epoca, Zool: Ninja of the “Nth” Dimension aggiungeva poco rispetto alla formula dei rivali. Se poi si pensa anche al fatto che fosse carico di bug e che nello stesso anno in cui uscì, ovvero il 1992, il mondo dei platform fu scosso da sua maestà Super Mario World, si comprende perché oggi se lo ricordino in quattro gatti.
Zool Redimensioned parte da Zool: Ninja of the “Nth” Dimension ma smussa diversi spigoli che caratterizzavano l’originale così da rendere l’esperienza ludica maggiormente fluida. Onestamente mi è difficile individuarli: giocai senza troppa convinzione al titolo per Mega Drive tre decadi fa e non ci sono mai più tornato sopra. Perché, appunto, il difetto principale di Zool è quello di non essere né Mario, né Sonic.
È un buon platform, è vero, sebbene la visuale troppo larga e la palette cromatica psichedelica già all’epoca dessero qualche problema nell’individuazione del personaggio, difetto mitigato oggi dall’apporto dell’alta risoluzione. Ma è un titolo senz’anima, senza carisma, che svolge il compitino senza eccellere. Era così all’epoca, è così oggi. Non tutto ciò che è old è gold.