Tra i videogiochi platform questo è il meno platform di tutti
La paura controllata nei videogiochi genera quella irresistibile voglia che spinge (non tutti) ad addentrarsi nei survival horror. Sappiamo che aprendo una porta o svoltando l’angolo succederà qualcosa di spaventoso. Eppure si va avanti. Il bello del gaming è che, alla fine, non ci succede nulla. Lo stesso vale con la vertigine e il terrore della gravità. Ynglet, titolo disponibile anche su Xbox Series X/S, è un prodotto minimalista nella grafica e affascinante nella sua deformità, generata tanto dai nostri movimenti quanto dalla casualità di un universo microscopico. Sviluppato da Nicklas Nygren ed edito dalla danese Triple Topping (abituata al surrealismo, vi ricordate Welcome to Elk?), il titolo è un platform che in realtà non lo è.
In Ynglet il gamer veste i panni di una medusa (anche se a noi è parso più un piccolo aquilone). Avviando il videogioco abbiamo la possibilità di selezionare una delle tre modalità di difficoltà per approcciare l’avventura. Un suggerimento: dal momento che il platform vuole essere meditativo, non sarebbe sbagliato iniziare con molto relax. I primi livelli fungono da tutorial, in un susseguirsi di trial&error per raggiungere il traguardo.
Il gameplay è presto spiegato: potendoci muovere in tutte le direzioni in questo platform 2D, dobbiamo fare bene attenzione a cadere all’interno delle tante bolle deformi che incontriamo lungo il percorso. Uscirne anche solo di un millimetro vi getterà nel vuoto. Ma non preoccupatevi: Ynglet non è un gioco frustrante, al punto che lo sviluppatore ha dato libertà totale al gamer di posizionare checkpoint ovunque. Basta fermarsi un attimo e attendere che una linea rossa completi il perimetro della piccola stanza in cui ci troviamo.
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Ynglet non è un titolo che richiede impegno continuo. D’altra parte non è difficile rimanere rapiti da una grafica animata che sboccia forme e colori secondo dopo secondo. All’inizio potreste pensare che sia la gravità il vostro principale avversario: in realtà è la fretta che potrebbe giocarvi brutti scherzi. Pilotare la medusa in questo mondo sospeso richiede precisione, soprattutto negli spazi stretti. Nei vari livelli si trovano anche linee sottili su cui rimbalzare, ma il potere più importante (e unico, se vogliamo) è lo scatto.
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In alcuni frangenti non si può fare altrimenti: bisogna uscire dalla bolla e fermarsi in aria per direzionare un colpo stile fionda, che proietterà la medusa molto più in alto. Il balzo è notevole, ma non per forza sufficiente a raggiungere la salvezza temporanea. Anche qui lo sviluppatore ha voluto sfidare la bravura dei gamer nell’azzeccare traiettorie e balistica corrette. Nel complesso Ynglet è un prodotto davvero ingaggiante, divertente tanto per il mordi e fuggi, quanto per sessioni più distese. Lavoro eccellente anche sul comparto audio: i rumori e i suoni sono insoliti, bizzarri e decisamente primordiali.