Oggi al cinema il nuovo capitolo del franchise in licenza (ancora per poco) a Fox. Recensione, senza spoiler, dell’altra metà dell’universo Marvel al cinema
In principio furono gli X-Men: i primi cinefumettoni che abbiamo avuto il piacere di goderci davvero al cinema, grazie alla mano di Bryan Singer, furono proprio i primi tre capitoli dedicati ai mutanti guidati dal professor Charles Xavier e dalla sua nemesi Magneto. La saga ha toccato i punti più alti senza dubbio con i capitoli in cui Wolverine era il vero protagonista, e tentato anche un reboot recentemente con James McAvoy e Michael Fassbender a sostituire gli storici protagonisti Ian McKellen e Patrick Stewart. Dark Phoenix, che arriva oggi al cinema, cerca di continuare quest’opera di restauro del franchise: portando a bordo Sophie Turner (Sansa Stark di Game of Thrones), e cercando di creare nuovi personaggi di spessore a cui far affezionare lo spettatore.
La saga della fenice nera
Se avete seguito gli X-Men sin dall’inizio, il personaggio di Jean Grey lo conoscerete già: era centrale nei primi film, e di fatto un primo tentativo di portare sul grande schermo la Fenice Nera era stato già tentato in X-Men Conflitto Finale (2006). Sono Passati molti anni, gli effetti speciali han fatto enormi passi avanti e ci siamo abituati ai supereroi al cinema: perché non riprovare a dare il via a una nuova grande avventura di celluloide, rendendo giustizia a una delle saghe più acclamate di sempre degli albi a fumetti?
Proviamoci, hanno detto alla Fox: che però nel frattempo è entrata nell’orbita Disney, e l’impressione è che non tutti abbiano creduto fino in fondo alle possibilità di questo film. Che vede al timone un veterano degli X-Men, Simon Kinberg, per la prima volta dietro la macchina da presa: con una visione, va detto, soprattutto volta ad approfondire al meglio la personalità e il percorso di tutti i mutanti che abitano la scuola di Charles Xavier. Ma lo stesso Kinberg forse eccede in queste sue intenzioni, e prova a tirar fuori un romanzo di formazione da quello che dovrebbe essere a tutti gli effetti una gioia per gli occhi e un film d’azione.
La produzione di Dark Phoenix, poi, è stata travagliata: è passato davvero molto tempo dall’annuncio dell’inizio delle riprese all’uscita al cinema, un po’ per via della decisione di Kinberg di lavorare moltissimo sull’aspetto finale degli effetti speciali, e in parte anche per la necessità di rigirare alcune sequenze del finale per rispondere ad alcune critiche ricevute dai focus group.
Com’è Dark Phoenix
Si spengono le luci e si parte col botto: gli X-Men sono il punto di riferimento del Presidente degli Stati Uniti per la sicurezza nazionale, sono i beniamini delle folle, sono chiamati a salvare gli astronauti incappati in un incidente a bordo dello Shuttle. I primi minuti del dodicesimo capitolo X-Men sono promettenti: esteticamente e ritmicamente soddisfacenti. Le premesse per vedere trasformarsi Sophie Turner nel più potente essere che abbia mai abitato la Terra sono intriganti: e, diciamocelo, ci aspettiamo di vedere qualcosa di meglio di quanto avevamo visto in X-Men 3.
Ma è proprio qui il punto debole di Dark Phoenix: la sceneggiatura e la regia si concentrano sul cercare di far comprendere allo spettatore cosa passi nel cuore e nella testa di chi si ritrova a controllare un potere di vita e di morte su qualsiasi cosa lo circondi. Tanti primi piani ed espressioni intense, tanti dialoghi lunghi e complessi in cui capiamo senz’altro molto di più cosa spinge i diversi personaggi, ma che finiscono per rallentare il passo di quello che dovrebbe essere pur sempre un action-movie. Se poi capiamo benissimo le dinamiche dei buoni, poco o niente ci viene detto dei cattivi: arriviamo al finale in cui c’è la resa dei conti, dove torna l’azione, senza aver ben chiaro i rapporti di forza tra bene e male.
Il principale limite di X-Men Dark Phoenix è la sua premessa: avrebbe dovuto essere il primo capitolo di una nuova saga, gettare le basi per un franchise pluriennale con ambizioni simili a quelle del Marvel Cinematic Universe. Sarà invece l’ultimo atto prima che (finalmente) i diritti su X-Men e Fantastici 4 tornino sotto il controllo di Marvel stessa, ora parte di Disney come Fox: sicuramente oggi la computer grafica rende giustizia al potere della Fenice Nera, più di quanto non sia stato possibile in passato, ma forse questo non è abbastanza per rendere Dark Phoenix il capitolo finale che gli X-Men targati Fox avrebbero meritato.
Si ringrazia Xiaomi per l’invito all’anteprima di X-Men Dark Phoenix.
Xiaomi e 20th Century Fox hanno siglato una partnership planetaria, che ha dato vita a una edizione speciale del Redmi Note 7 abbinata al lancio del film.