Ambientato negli Stati Uniti, un viaggio alla scoperta di un’economia dalle mille sfaccettature, minacciata spesso dall’ipocrisia puritana
Il dibattito sulla marijuana spesso provoca allucinazioni. Abituati a un clima che da decenni la criminalizza pensiamo che nel mondo facciano altrettanto. E invece potrebbe sorprendere non pochi il fatto che, ad esempio, negli USA (là dove hanno origine tutti i trend) decine di Stati ne hanno approvato l’utilizzo a scopi medici e ricreativi. Non che in America non ci siano ipocrisia e opportunismo politico attorno agli spinelli. Ed è proprio da questo aspetto che è sbocciato un videogioco come Weedcraft Inc, sviluppato dal team polacco Vile Monarch e disponibile anche su Xbox. Si tratta di un gestionale molto particolare, nel quale dovremo far crescere e prosperare un’attività legata alla coltivazione e alla vendita di marijuana.
Weedcraft Inc non è però un freddo gestionale dove banalmente curarsi di qualche piantina e tanti saluti. Nel titolo ci sono elementi da visual novel che contribuiscono a rendere questo prodotto indie come uno spaccato dell’America contemporanea. Compaiono città come Flint e Cleveland, con una società tutt’altro che edulcorata. Se da una parte Weedcraft Inc critica la visione puritana, il videogioco non racconta certo di un’economia limpida e trasparente attorno alla cannabis.
Come in tutti i gestionali ci sono scelte da compiere, lecite e non. Non ci sono giudizi martellanti o facili paternalismi, perché l’intera esperienza mira a raccontare una storia, fatta a volte di rivincita, altre di ingiustizia. A livello grafico tutto funziona: dai laboratori dove far crescere le nostre piantine, fino agli scenari urbani, caratterizzati da uno stile underground, dai contorni ruvidi.
La cartina di Weedcraft Inc è inoltre una cinica, ma altrettanto necessaria fotografia che dimostra l’inefficacia delle politiche securitarie, che hanno finito con il sovraffollare le carceri (anche alle nostre latitudini). Divertente e sfidante, il videogioco è insomma un’avventura matura, senza peli sulla lingua che vale come mini documentario interattivo.