Da una startup newyorkese uno strategico a turni un pochino imbalsamato
Se seguite con attenzione il canale The Next Tech di StartupItalia ricorderete che incontrammo i ragazzi di Arcade Distillery, piccola software house della Grande Mela, quando recensimmo Death Tales. Anche allora il risultato fu luci e ombre e non solo perché la cifra stilistica delle loro produzioni è un immaginario gotico che richiama Tim Burton, ma proprio perché il gioco ci lasciò con uno spiacevole retrogusto amarognolo. Lo stesso provato “assaggiando” (ehr…) la loro ultima fatica: War Theatre Blood of Winter.
La guerra pasticciata di War Theatre Blood of Winter
War Theatre Blood of Winter è uno strategico a turni un po’ Fire Emblem, un po’ Advance Wars (qualcuno lo ricorda ancora?), senza però riuscire mai a raggiungere le vette dei titoli giocati su console Nintendo. Intendiamoci, ha dalla sua un’ottima caratterizzazione dei personaggi e uno stile artistico convincente e vivido. In più, presenta alcune trovate meritevoli: per esempio, a differenza di tanti altri esponenti del genere, non saprete mai dove sono collocate le truppe avversarie fin quando non vi ci imbatterete o non manderete in avanscoperta le vostre spie, perché la mappa non vi rivelerà alcunché.
Ma i pregi tendono purtroppo a esaurirsi in fretta. Perché di fatto il gameplay e le buone idee sono comunque castrate da una eccessiva semplificazione di fondo dovuta a un’IA avversaria tutt’altro che soddisfacente. Sarà la presenza di griglie e caselle, ma da uno strategico a turni ci attenderemmo una vera e propria sfida a scacchi contro la CPU. Così non è, visto che l’avversario tende a farsi sotto in qualsiasi stage, sempre con la medesima routine, che di fatto asciuga ogni possibilità offerta dalle mappe e riduce tutti i conflitti a dover attendere nel luogo iniziale che le truppe nemiche si facciano avanti, farle fuori a mano a mano che si presentano per poi iniziare a ripulire il resto della mappa.
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Insomma, non ci siamo. Il gameplay è davvero troppo rozzo (come alcuni elementi del fondale) e non consente di apprezzare appieno la portata di un titolo simile, uccidendo sul nascere la possibilità di tessere strategie complesse e diversificate. Abbiamo parlato dei fondali: come già anticipavamo, la caratterizzazione dei personaggi è di buon livello, in compenso mappe e fondali sembrano tratti di peso da… boh… SNES. Il salto qualitativo è notevole. Prima di chiudere, segnaliamo che c’è anche una interessante opzione multiplayer online, interessante almeno su carta dato che, al momento, sui server Sony non siamo riusciti a trovare nessuno…