Una massiccia indagine di Booking traccia l’identikit delle mete enogastronomiche più apprezzate, dal Vietnam agli Stati Uniti fino all’Italia. E racconta che pianificare una vacanza è anche questione di gola
Il cibo è un driver eccezionale per le vacanze. E no, non solo dove – vedi la Toscana o l’Umbria – vino e prelibatezze locali giustificano di per se stesse la trasferta e, anzi, hanno dato vita a format di viaggio ben precisi e ormai consolidati ma magari destinati a nicchie più o meno grandi di vacanzieri. La questione è più generale: oltre sei viaggiatori su dieci, per la precisione il 61%, sostengono infatti di aver scelto la meta del loro prossimo viaggio in base all’offerta enogastronomica. E mercati e mercatini alimentari sono essenziali per il 51%, che pensa di andarne alla ricerca nel corso del soggiorno.
L’indagine di Booking
Sono solo alcuni dei numeri diffusi da Booking, il colosso delle prenotazioni, in base a un’indagine svolta su oltre 50mila persone in tutto il mondo. Numeri da cui esce un dato chiarissimo: se c’è qualcosa che accomuna la maggior parte dei viaggiatori quando devono decidere dove andare in vacanza, quel qualcosa è sicuramente il cibo. D’altronde è evidente che le delizie locali ricoprano un ruolo molto importante durante il viaggio: più di un terzo dei viaggiatori (34%) pensa infatti di intraprendere un viaggio all’insegna del turismo gastronomico nel corso del 2018 (la percentuale raggiunge il 40% tra i Millennial, sfatando dunque il mito che di quel fronte ai più giovani interessi poco: è l’opposto).
Cibo, grimaldello del viaggio local
Fra l’altro il cibo è in qualche modo il grimaldello di un’altra tendenza che chi segue il mondo del turismo sa essere in crescita da tempo: quella del viaggiare local. Sposando cioè le usanze del posto e magari scegliendo alloggi un po’ meno stranianti dei soliti maxi-hotel. Non sempre è semplice farlo, è vero, così il cibo diventa (o rimane) la porta d’ingresso ideale per provarci. E pare sarà sempre più così: quasi la metà (49%) dei viaggiatori internazionali (di nuovo, il 60% dei Millennial) aspira infatti a vivere esperienze sempre più intraprendenti provando durante il viaggio diversi tipi di cucine e specialità locali. E quasi due terzi (64%) dei viaggiatori sostengono di voler assaggiare più prelibatezze tipiche del posto nel 2018.
Le mete ideali per il turismo enogastronomico
La Malesia, Taiwan, il Giappone e il Brasile sono in vetta all’elenco delle mete ideali per questo genere di esplorazioni. Alcune si trovano in Asia Sud-Orientale – che vanta squisitezze come il dim sum, i noodle e il pho. E, quasi in un circolo virtuoso mangereccio, la maggior parte dei viaggiatori che ha desiderio di vivere esperienze culinarie “esplorative” viene proprio da questa zona. Una cifra: il 57% degli asiatici conferma di voler sperimentare nuove cucine quest’anno.
Street food e food truck
Fra le molte destinazioni ci sono Ipoh in Malesia, Kaohsiung a Taiwan, Nagoya in Giappone, Johor Bahru in Malesia, Joao Pessoa in Brasile. E ancora Ho Chi Minh in Vietnam, Sarajevo in Bosnia ed Erzegovina, Colmar in Francia, Lima in Perù, Catania in Italia e Belgrado in Serbia. Non solo ristorazione tradizionale, ovviamente: anche lo street food fa parte di quella strategia di immersione local: più della metà (54%) dei turisti vuole assaggiare cibi tipici del posto in vacanza e pure i food truck rappresentano un’ottima occasione per farlo. Per lo street food al vertice spiccano Jeonju in Corea del Sud, Hsinchu a Taiwan, Marrakech in Marocco, New York e Città del Messico. Sotto il lato dei food truck, invece, spingono Portland, San Paolo in brasile, Seoul, Bangkok e Istanbul.
“Il cibo riveste un ruolo fondamentale nella scelta della destinazione e nell’esperienza del viaggio nel suo insieme. Provare cibo locale di strada significa conoscere da vicino la cultura di un posto, venire a contatto con le comunità locali ed esplorare il nuovo, il diverso. Grazie ai consigli di chi ha già soggiornato, i viaggiatori possono identificare le mete migliori da visitare e luoghi tutti da scoprire, e girare il mondo a proprio gusto” ha spiegato Pepijn Rijvers, Senior Vice President e Chief Marketing Officer di Booking.com.
Come ben sanno i ristoratori, che ormai ridisegnano e riprogettano i propri locali in ottica social, le esperienze culinarie di viaggio spopolano sulle piattaforme, in particolare su Instagram dove gli hashtag intorno al cibo rimangono fra i più popolati (l’evergreen #foodporn sfoggia oltre 162 milioni di post catalogati, tanto per avere un’idea, e il più semplice #food 279 milioni). Quasi un terzo dei viaggiatori (31%) prevede infatti di scattare più foto di quello che mette sotto i denti, e a sostenerlo sono soprattutto quelli asiatici provenienti dalla Cina (65%), dall’India (57%), dalla Thailandia (53%), dall’Indonesia (50%) e da Hong Kong (48%). Veri e propri food addicted. Come tutti, d’altronde.