Dal gioco di ruolo cartaceo al videogioco è un attimo. Sulle orme di Detroit: Become Human
È davvero difficile non pensare a Detroit: Become Human mentre ci si avventura nell’affascinante, intrigante, sensuale ma pure malato, vecchio, corrotto e decadente mondo dei vampiri, così come è stato efficacemente descritto in Vampire The Masquerade Swansong, in arrivo oggi su PC, Xbox Series X|S, Xbox One, PS4 e PlayStation 5. La serie affonda i suoi canini in Vampire: The Masquerade – Redemption e Vampire: The Masquerade – Bloodlines, distribuiti all’inizio degli anni 2000 ed editi, all’epoca, da Activision. Poi dopo qualche peripezia, il franchise basato su queste fameliche creature delle tenebre è arrivato ai francesi di Big Bad Wolf Studio, team della parigina Cyanide, che hanno già firmato The Council e hanno voluto accentuare la componente narrativa, proponendo un curioso mezzo-sangue: metà GdR, metà avventura narrativa.
Vampire The Masquerade Swansong, una notte che non sembra avere fine
Questa nuova avventura è ambientata a Boston, nel 2019. Hazel Iversen, il Cigno, è il nuovo Principe della Camarilla locale. I suoi modi raffinati e il suo carisma non debbono trarre in inganno: quando vuole diventa una creatura spietata, pronta a tutto pur di raggiungere i suoi scopi. Al momento pare che voglia rispettare la Masquerade, il codice di condotta vampirico volto a evitare che gli umani scoprano l’esistenza di queste creature della notte, ma qualcosa, naturalmente, non va come desiderato e ha così inizio la notte più lunga per il clan dei vampiri del Massachusetts.
Dal momento che Vampire The Masquerade Swansong punta tutto sulla sinossi, eviteremo di seguito di approfondire ulteriormente la trama. Sappiate solo che il gioco vi permetterà di scoprire tre vampiri diversissimi tra loro, per etnia, età, carattere e ambizione. Conoscerete: Caleb, un vampiro ferocemente ancorato alla tradizione; Emem, una creatura che pare più bramosa di fama che di sangue e l’imprevedibile Leysha, del clan Malkavian, soggetta a continue visioni.
Ciascuna scena ha inizio con la possibilità di investire punti esperienza nelle capacità fisiche, mentali, sociali o nei poteri sovrannaturali del proprio personaggio (che permettono, da buon vampiro, di dominare mentalmente le nostre vittime o di diventare invisibili), così da plasmarlo a vostro piacimento. Rispetto a tanti GdR, qui le nostre scelte non influenzano i momenti dedicati all’azione, quanto quelli imperniati sulla riflessione e sulla raccolta delle informazioni, che sono il solo asset del gioco.
Più che combattimenti veri e propri in Vampire The Masquerade Swansong, saremo spesso impegnati in vere e proprie concione, dispute verbali che richiederanno l’investimento di punti volontà in diverse abilità (convincere, deduzione, intimidire, affascinare, ecc…) e di punti sangue per scatenare i poteri dei vampiri, oltre naturalmente al fatto che, lato nostro, servirà pure una buona dose di logica, astuzia e specialmente, memoria delle informazioni reperite sul campo.
Leggi anche: Vampire The Masquerade Bloodhunt, battle royale col conte Dracula
Ma, attenzione: come nel recente The Centennial Case A Shijima Story (leggi la nostra recensione) anche qui ci sono tanti particolari buttati alla rinfusa solo per confondervi o, peggio, farvi fallire con formulazioni ipotetiche totalmente errate. Starete quindi comprendendo come Vampire The Masquerade Swansong, al netto degli aspetti sovrannaturali discendenti dal conteso in cui si muove e dei personaggi chiamati in causa, sia un’avventura a bivi piuttosto classica che vi chiederà di risolvere indagini, raccogliendo indizi, formulando ipotesi e recependo informazioni durante i (tantissimi) dialoghi.
È davvero un piacere immergersi nelle sinossi, adulte e ben ponderate, di Vampire The Masquerade Swansong. Anche perché, contrariamente a tanti altri gialli videoludici, qui non avremo un menu che unisce i puntini al nostro posto, né sarà possibile procedere a casaccio. Per ottenere un indizio, recuperare una password o risolvere un enigma occorrerà setacciare gli ambienti e la psiche dei personaggi non giocanti, appuntandosi tutto sul proprio taccuino, cartaceo, esattamente come se si stesse giocando al gioco da tavolo originale, perché i punti che spenderete per potenziare il vostro alter ego immortale e le vostre abilità sovrannaturali più di quel tanto non possono fare. Servono pazienza, costanza, acume e, direbbe Hercule Poirot, celluline grigie.
Da questo punto di vista, la scrittura della sinossi, il modo in cui gli sviluppatori francesi danno corpo e spessore ai fatti e alla psicologia di ciascun personaggio sopperiscono ai tanti limiti della grafica, che mette in scena un gioco dalle belle ambientazioni, grandi ed evocative, dall’atmosfera ricercata, ma dal comparto tecnico indubbiamente datato. Vampire The Masquerade Swansong impone al giocatore ritmi e regole precisi: se ci giocate, dovrete prendervi tutto il tempo che occorre per setacciare le ambientazioni, scremare ciò che serve da ciò che non serve e affrontare le dispute dialettiche. Non si può pensare di procedere a caso e velocemente. Il mondo dei vampiri non perdona.