Una startup australiana riporta in vita un eroe videoludico scomparso da tempo dai nostri piccoli schermi
Quaranta film di Jurassic Park o pochi meno dovrebbero averci insegnato che se Madre Natura decide di sbarazzarsi per sempre di una specie animale l’uomo farebbe meglio a non interferire. Vale per i dinosauri come pure per i grossi felini striati riportati in vita dalla software house australiana Krome Studios e ora, con questo titolo chilometrico – TY la Tigre della Tasmania 4: La Banda del Boomerang il Ritorno – giunti al quarto capitolo.
Anche se probabilmente il buon TY è un eroe dei videogame noto a poche persone, si tratta di un personaggio ormai ventennale, comparso in origine su Nintendo GameCube, Xbox e PlayStation 2 nel lontano 2002. Riportato in vita dagli scienziati australiani, nel giro di pochi mesi è stato protagonista di diverse collection (qui la nostra recensione di TY the Tasmanian Tiger HD 1 e 2) che culminano oggi in questo quarto capitolo.
Per l’occasione, il buon TY ha scelto di presentarsi al pubblico con un vestito nuovo di zecca che lo vede calarsi ora nelle meccaniche di un platform bidimensionale. Una scelta curiosa visto che finora la tigrotta armata di boomerang aveva preferito le rotondità delle tre dimensioni; una scelta che non riesce tuttavia a elevare la qualità complessiva di una serie che resta derivativa e ben poco appassionante, anche di difficile lettura e interpretazione in alcuni frangenti.
Del resto, debuttare a stretto giro da Super Mario Bros. Wonder, come pure da Sonic Superstars (in uscita proprio oggi), condanna il povero TY la Tigre della Tasmania 4: La Banda del Boomerang il Ritorno a restare intrappolato nel cono d’ombra che si staglia dai due colossi. Come se non bastasse, il titolo australiano ce ne mette del suo per sottolineare la provenienza budget del progetto. Il risultato è un platform senza arte né parte, che non diverte come dovrebbe, complice anche un sistema di controllo eccessivamente farraginoso e tante idee buttate un po’ alla rinfusa che finiscono per stratificare un gameplay che avrebbe solo bisogno di semplicità per funzionare.