Il capolavoro di Guillermo del Toro finisce in console. Un assist per la serie
Un tempo Netflix neppure pensava di aver risorse e tempo per realizzare capolavori d’animazione. Poi è arrivata una gemma creata da Guillermo del Toro, regista Premio Oscar, con la serie Trollhunters: I racconti di Arcadia, un prodotto d’animazione incentrato sulle avventure di Jim, un ragazzo altruista e coraggioso a cui tocca in sorte l’incredibile compito di difendere due mondi dai cattivi troll. Applaudite dalla critica, le tre stagioni della serie fantasy sono custodite nel catalogo Netflix, ma è possibile rivivere la magia del Mercato dei troll di Hearstone anche in console. Questa è la recensione di Trollhunters: i racconti di Arcadia, un titolo sviluppato anche per PlayStation 4 da WayForward e distribuito da Outright Games.
Trollhunters: un inno alla serie
Sono diversi i casi in cui un titolo ispirato a un film non riprende fedelmente i volti e le voci dei protagonisti. Ne è un esempio l’ultimo videogioco degli Avengers. In Trollhunters: I racconti di Arcadia, invece, tutto è al suo posto: ci sono le musiche, i protagonisti e lo stesso irresistibile doppiaggio in italiano che impreziosisce il titolo. A scorrimento orizzontale, il gameplay è decisamente semplice: nei panni di Jim, il cacciatore di troll, abbiamo una missione da portare a termine per salvare il mondo.
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La grafica aderente alla serie Netflix è un vero e proprio inno alla serie amata da grandi e piccini. Incentrata su vari livelli da completare, composti a loro volta da missioni secondarie, il gioco è un viaggio in cui Jim otterrà sempre più poteri da utilizzare per distruggere pareti o sollevarsi da terra. Ogni ambiente è ricco di oggetti come monete – necessarie per comprare cibo e armature – e altri collezionabili. Grazie alla mappa del tempo di Merlino sarà possibile spostarsi da una dimensione temporale all’altra per terminare il proprio compito.
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Trollhunters: I racconti di Arcadia è un videogioco poco adatto a chi non vuole concedere neanche una chance alla serie di Guillermo del Toro. Oltre a rappresentare un vero must del cinema d’animazione contemporaneo, le tre stagioni sono davvero propedeutiche per capirci qualcosa in un titolo che si aspetta gamer già navigati in materia. Senza troppe pretese di difficoltà, gli sviluppatori si sono forse concentrati sul ricreare la medesima atmosfera magica e d’avventura in console, per invogliare sempre più persone a divorare le puntate. Insomma, parafrasando il saggio, “non pensate: guardate e giocate”.