Il videogioco di Oskar Stålberg arriva dal profondo Nord, ma trasuda essenze mediterranee da ogni singolo pixel e vi farà esclamare “belin!”
Con quelle casine alte e strette, dalle vivaci tonalità pastello e i gabbiani pigramente appisolati sui tetti di coppi rossi, i paesaggi di Townscaper non fanno certo mistero di ispirarsi alla nostra bella, bellissima, Liguria. Il gioco in realtà proviene da tutt’altra parte: il suo babbo è lo sviluppatore svedese Oskar Stålberg (qui per seguirlo su Twitter), che ha iniziato a svilupparlo quasi per gioco. Poi è stato assalito dalle richieste di un numero sempre maggiore di fan e il suo progetto è diventato un gioco vero e proprio. Anzi, un non-gioco.
Townscaper, un non gioco con cui giocare per ore
Townscaper non vi pone infatti obiettivi ludici: il solo fine è creare città. O meglio: architetture. Potreste infatti sbizzarrirvi con una unica, gigantesca, tortuosa, strisciante, oppure vertiginosa, struttura. La sua peculiarità più grande, che lo ha fatto diventare famosissimo al debutto su Steam, risiede nella semplicità. Di fatto Townscaper nasconde il pilota automatico: la maggior parte delle funzioni è svolta da un algoritmo. Starà insomma alle variabili definire automaticamente ciò che verrà fuori al vostro clic, plasmando come creta, in tempo reale, il mondo di gioco.
Inizierete osservando un mare desolato: un colpo di polpastrello sul visore tattile del Nintendo Switch farà comparire un manto stradale di sampietrini. È il “livello zero”. Un altro tocco sulla medesima zolla farà comparire una casetta, con la sua porticina, le piante in vaso e le finestrelle.
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Una nuova ditata e avremo una casetta a due piani, poi diventerà di tre livelli e infine una torre. Costruendo in adiacenza prenderà le forme di un palazzo più grosso. Ma se volete che l’edificio non continui in larghezza e che si appoggi semplicemente a un altro stabile, basterà cambiare il colore della costruzione: avrete due case distinte, di due colori differenti.
Tutto qui? Tutto qui. Con poche, semplici regole, che si appoggiano al tasto della costruzione e della demolizione, potrete ricamare casette sul mare, sviluppare porticati nelle facciate delle case che paiono arabeschi oppure lasciar libera la vostra fantasia per edificare coloratissime strutture caracollanti che poggiano su fredde zampe metalliche come improbabili insetti e che per questo sembrano uscite da un cartone di Hayao Miyazaki.
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Il colpo di genio di Stålberg è stato evitare di predisporre mappe con zolle rettangolari: sono tutte, o quasi, irregolari e smussate così le case che costruirete ne seguiranno la forma, in un mosaico di strutture tanto assurde quanto belle da vedere, capaci di regalare colpi d’occhio notevoli, che potrete immortalare con la funzione screenshot anche regolando la luminosità del giorno e la posizione del sole.
Ma come vi anticipavamo, tutto, dallo stile all’architettura, in Townscaper si ispira ai paesaggi liguri e allora ci si può divertire a comporre paesaggi che si sviluppano in verticale, incastrando una sull’altra case, chiesette e abitazioni. Con un po’ di gusto e qualche voltone piazzato strategicamente, l’algoritmo ricreerà da sé le caratteristiche crêuze genovesi: stradine che si inerpicano sulle alture, mentre la vostra cittadina prenderà vita nei caruggi, con corde per i panni stesi che si irradiano da un palazzo all’altro.
Non c’è un modo giusto o uno sbagliato di approcciarsi a Townscaper che, nella sua semplicità, ha spinto migliaia di fan a indire sui social competizioni architettoniche del tutto spontanee. L’ultima foto qui sopra, per esempio, ritrae proprio la creazione di un videogiocatore che ha deciso di condividere quanto fatto su Twitter. Insomma, spendendo circa cinque euro arricchirete la vostra ludoteca di un divertissement semplice ma al contempo stuzzicante, capace di trasformarvi, con poche zampate assestate sul touchscreen dello Switch, in archistar visionarie.