Si fa molta filosofia su cosa dovrebbe o non dovrebbe essere una remastered. Per noi, ciò che ha fatto Aspyr con le prime tre mitiche avventure di Lara Croft è il modo migliore per riportare in vita vecchi capolavori senza per questo snaturarli o lasciarli invariati. Intendiamoci, Tomb Raider I-III Remastered non è perfetto e, nonostante i numerosi interventi a livello ludico e grafico, resta fin troppo ancorato agli anni ’90.
Non tutte le rughe e le cicatrici che solcano il bel fisico di Lara sono state coperte a dovere, ma abbiamo apprezzato il fatto che gli sviluppatori siano intervenuti sui controlli e, soprattutto, ci abbiano concesso di saltellare a volontà tra la vecchia e la nuova veste grafica, per poter cogliere maggiormente il fascino della storia.
Tomb Raider I-III Remastered, avventura archeologica
Se non avete mai giocato a Tomb Raider I, Tomb Raider II e Tomb Raider III ma ne avete sempre e solo sentito parlare, potreste avere una brutta scoperta. Una delle serie più in voga nella seconda parte degli anni ’90 e corresponsabile almeno in parte dell’incredibile successo della primissima PlayStation (pur non essendo una esclusiva) è in realtà ben poco amichevole coi giocatori, proponendo una interminabile sequenza di salti, trappole, tranelli che richiedono concentrazione e mano ferma con l’insidia di un sistema di controllo del tutto inadeguato anche per un’avventura punta e clicca.
Evidentemente negli anni ’90 eravamo tutti più tranquilli, meno stressati e propensi a scagliare il controller dalla finestra, perché oggi un gioco così verrebbe immediatamente stroncato. E nessuno adduca al fattore cronologico: il primo Tomb Raider uscì nel medesimo anno di Super Mario 64 che poteva vantare ben altro sistema di controllo, ben altre impostazioni della visuale. Del resto, proprio le imprecazioni rivolte al gioco e ai suoi sviluppatori devono aver spinto Sabrina Impacciatore a calarsi nei panni di Lara per quello sketch comico che prendeva in giro le sue scarse abilità ginniche e che tutti certo ricorderete.
Per fortuna in Tomb Raider I-III Remastered è possibile passare al sistema di controllo che gli sviluppatori hanno implementato per i giocatori del 2024, noiosetti e viziati. Per fortuna ma nemmeno tanto, perché se è vero che nell’originale Lara ha la mobilità di un carrarmato (tanto che nelle opzioni è contraddistinto come Tank Control), in quello riammodernato le cose migliorano solo sensibilmente, col risultato che talvolta si cade in un burrone solo perché, per fare un passo indietro, la nostra eroina deve comunque farne uno in avanti per ruotare su sé stessa…
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Già i primissimi livelli risultano insomma infernali, richiedendo di compiere una serie di acrobazie che esigono di aver masticato, ingerito e assimilato le folli regole alla base di entrambi i sistemi di controllo. Quando il giocatore vorrebbe solo defecarli via. Figurarsi cosa vuol dire affrontare le sfide che ci attendono più avanti, perché Tomb Raider è figlio di quegli anni e non lesina Game Over a ripetizione.
Non parliamo poi del sistema di combattimento: scordatevi il lock-on di The Legend of Zelda – Ocarina of Time: Lara spara alla cieca e consuma munizioni su munizioni nel tentativo di colpire fortuitamente qualcosa. Nel mentre ci si deve costantemente muovere perché, soprattutto gli animali (come orsi, tigri e lupi) ci affronteranno a testa bassa, schizzando da un lato all’altro della stanza e restando perennemente fuori dall’inquadratura. Inquadratura che, inutile dirlo, anche nella versione 2024 sembra programmata appositamente per regalarci ore e ore di tortura e disperazione.
L’offerta contenutistica è notevole, perché come il titolo lascia intendere sono presenti i tre videogiochi originali e le relative espansioni (ovvero Tomb Raider I + The Unfinished Business Expansion, Tomb Raider II + The Gold Mask Expansion e Tomb Raider III + The Lost Artifact Expansion), ma è innegabile che per vederle tutte occorre davvero essere appassionati della serie, dato che i problemi che affliggono Tomb Raider I-III Remastered sono difficilmente sottovalutabili. La crisi in cui è sprofondato Embracer ha ipotecato il futuro della serie e anche per questo speravamo di poterci godere appieno gli originali. Ma questa conversione così fedele ai tre videogame autentici lascia fuori dal tempio fin troppi videogiochi. Per veri archeologi.