Vale ancora la pena vestire i panni di Geralt di Rivia
Con l’uscita nel 2015, The Witcher 3 ha concluso un ciclo epico, dal quale siamo usciti con le idee chiare sul ruolo che lo strigo Geralt di Rivia avrebbe giocato nella storia del gaming. Ma a volte perfino i lavori più belli – il titolo è stato Game of The Year, per citare uno dei numerosi riconoscimenti – possono essere perfezionati, come in una seconda raggiante giovinezza. Per la felicità di chi già possiede il titolo, CD Projekt ha rilasciato una patch gratuita dedicata soltanto a chi ha console next gen come PS5 e Xbox Series X/S. Per quanto ci riguarda in questa recensione andremo a raccontarvi la nostra esperienza sulla Serie S di Microsoft, dove abbiamo rivissuto le avventure dello strigo con lo stesso entusiasmo iniziale, ricompensati da migliorie grafiche evidenti e da un combat system perfezionato.
Rigiocare a The Witcher 3 su next gen non significa replicare la copia carta carbone del titolo del 2015, semplicemente con una grafica rinfrescata. Gli sviluppatori polacchi di CD Projekt hanno infatti introdotto migliorie nelle fasi di combattimento, nella telecamera, nella stessa mappa che ora si presenta molto più snella e semplice da leggere senza perdersi fra la miriade di POI. L’opera videoludica che celebra i romanzi di Andrzej Sapkowski resta ancora oggi una pietra miliare dei giochi di ruolo, un genere che si è evoluto negli ultimi anni. Ma, è la nostra domanda retorica, in quanti hanno pescato a piene mani dalla ricchezza e dalla densità di esperienze di uno degli open world più maestosi (144 chilometri quadrati)?
Non è detto che chi sta leggendo la nostra recensione di The Witcher 3 per next gen abbia giocato ai titoli precedenti o all’ultimo episodio su old gen. Possibile che alcuni di voi abbiano visto la serie dedicata su Netflix. Quel che possiamo dirvi è che, in vista delle vacanze di Natale, acquistare un titolo simile vi darà ampia possibilità di svago, offrendovi ore e ore di libertà e gusto dell’esplorazione in un mondo medievale dalle forti tinte fantasy, a combattere mostri e creature di ogni tipo, ad affondare il vostro personaggio in una lore ramificata.
Chi si ricorda come girava The Witcher 3 prima della patch su next gen apprezzerà il cambiamento che gli sviluppatori hanno introdotto per la telecamera. Nelle fasi di combattimento, infatti, resteremo ben saldi alle spalle del nostro Geralt, con gli occhi concentrati sul terreno di scontro, senza più l’effetto zoom-out. Rimanendo sul terreno dell’esperienza dell’utente, CD Projekt ha preferito alleggerire quella marea di informazioni che un tempo comparivano a schermo, dando la possibilità di ridurre al minimo l’HUD, ossia tutte quelle statistiche che correvano il rischio di sovraccaricare il gamer, con una pioggia di dati e specifiche non sempre utili.
Avendolo provato su una console next gen, dobbiamo riconoscere che non tutto è andato liscio. Fin dalle fasi iniziali, con il tutorial di combattimento, abbiamo notato glitch, soprattutto negli elementi ambientali come il terreno, con texture dell’erba non proprio impeccabili. Ciò è senz’altro dovuto al fatto che la versione Serie S non comprende il Ray Tracing. Sulla sorella maggiore e sulla competitor PS5, il salto di qualità si apprezza ancor di più.
Per chiudere ci siamo tenuti da parte un’ultima chicca che rende The Witcher 3 su next gen ancora più divertente e dinamico. L’elemento sfidante degli RPG consiste soprattutto nel conoscere le mosse e pilotare il personaggio dal pad, attivando nel caso specifico il menu radiale dal quale pescare il Segno più letale per lo scontro e soprattutto il nemico che si ha di fronte. Ebbene, nella patch gratuita risiede una miglioria fondamentale per la fluidità bellica: non bisogna più passare dal menu radiale, ma attivando la funzione dedicata è possibile selezionare i Segni in real time per godersi la magia senza nemmeno un secondo di interruzione.