La startup polacca Blooper Team di Peter Babieno e Peter Bielatowicz ci apre le porte del regno dei defunti, questa volta su PlayStation 5
Uscito lo scorso gennaio su piattaforma Microsoft e PC, The Medium dei ragazzi polacchi di Bloober Team SA (li avevamo già apprezzati per il fantascientifico The Observer e per Blair Witch, cliccando sui rispettivi titoli potrete gustarvi le recensioni) arriva ora con l’intento di far passare diverse notti insonni anche all’utenza PlayStation 5. E per riuscirci la startup innovativa di Cracovia ha deciso di mettere al centro della sua produzione horror il DualSense della console Sony. Ci sarà da tremare?
Dal momento che il gioco, a livello di sinossi, è rimasto invariato, vestiremo ancora i panni di Marianne, una medium dotata di diverse abilità psichiche a spasso per un fatiscente albergo, il Niwa Resort, risalente al periodo della Polonia comunista. Se addentrarci nella struttura, colossale e soffocante, non fosse già di per sé inquietante, dal momento che racchiude a stento lo spettro dell’epoca comunista, ci toccherà vedercela con manifestazioni eteree vere e proprie, esplorando il mondo reale e quello degli spiriti alternativamente e simultaneamente.
La particolarità di The Medium, infatti, è data dal fatto che al mondo reale se ne sovrappone un altro, spesso speculare ma non identico, che è abitato dai defunti. La nostra eroina, da buona medium, è infatti in grado di squarciare il velo e addentrarsi laddove nessun essere vivente oserebbe. A livello di gameplay ciò si traduce nello schermo splittato come nei multiplayer in locale e nella possibilità di peregrinare in simultanea lungo entrambe le ambientazioni.
Quella spettrale, ovviamente, risulta la più affascinante, anche per la veste artistica che trae spunto da Zdzisław Beksiński, surrealista distopico originario della Polonia. Tutto viene ulteriormente enfatizzato dalla colonna sonora “dualistica” nata dalla collaborazione tra Akira Yamaoka (Silent Hill) e Arkadiusz Reikowski, che su PlayStation 5 viene parzialmente riprodotta dallo stesso DualSense per creare ancora più atmosfera. Il touchpad viene sfruttato, come in alcuni titoli DS-3DS o Wii U, per ruotare gli oggetti 3D e, agendo sugli accelerometri, setacciare le schermate delle indagini, con visuale in prima persona, mentre il feedback aptico è sfruttato per sentir meglio le presenze.
Insomma, nulla che faccia gridare alla rivoluzione, del resto non è un titolo nato per sfruttare le caratteristiche del pad di PlayStation 5, ma lo sforzo fatto dagli sviluppatori di incardinarlo nel gameplay è senza dubbio lodevole, trattandosi soprattutto di una produzione minore e non di un blockbuster. Per il resto, The Medium resta esattamente il medesimo prodotto provato sette mesi fa, quindi un horror convincente e ben caratterizzato, altamente evocativo e coinvolgente. Purtroppo non si registrano miglioramenti di sorta né sul versante delle animazioni né su quello della mimica facciale, con personaggi “imbambolati” e poco espressivi, che rendono i filmati meno piacevoli di quanto ci saremmo attesi.
La doppia dimensione, del resto, costa parecchie risorse e gli sviluppatori hanno preferito concentrarsi su quella affinché tutto andasse liscio. Scelta saggia, visto che è la chiave di volta di numerosi enigmi e di alcune trovate riuscite, come per esempio le sequenze in cui ve la dovrete vedere con la Fauce, una orripilante creatura che ovviamente apparirà in tutta la sua grottesca bruttezza nella dimensione spettrale mentre sarà appena visibile in quella reale. Magari avremmo preferito che la dualità servisse a imbastire una progressione più ragionata e meno guidata – la linearità è infatti disarmante -, ma tutto sommato siamo di fronte a uno degli esperimenti più interessanti visti nel campo dei videogame horror nell’ultimo periodo.