La volontà di sfruttare l’onda lunga del successo della seguitissima serie TV ha giocato qualche brutto scherzo…
La necessità di agganciare il lancio della versione PC di The Last of Us Parte 1, remake del titolo uscito nel 2013 su PlayStation ha costretto Sony a mettere in commercio un gioco incompleto, inutile girarci attorno, affetto da magagne più o meno gravi che, oltre a indispettire chi l’ha acquistato al day-one, richiederanno la necessità di scaricare una o più patch di peso considerevole.
La (difficile) recensione di The Last of Us Parte 1
Perché, in The Last of Us Parte 1, al momento i veri nemici di Joel ed Ellie non sono gli esseri infettati dalle spore del ben noto fungo che ha resettato le lancette della società umana facendola tornare a uno stadio primitivo, portando al contempo la nostra specie a un passo dall’estinzione, quanto i numerosi bug che affliggono il gioco, tra personaggi che scompaiono, adulterazioni degli effetti speciali, glitch di varia natura e, purtroppo, anche un buon numero di errori che freezano persino i PC, costringendo al riavvio manuale della macchina (a questo proposito, la fase iniziale in cui si settano gli shader, che dura più di mezz’ora, ha fatto sventolare il nostro portando la scheda madre a temperature da fusione del nocciolo).
Che Sony fosse consapevole dei problemi che affliggono The Last of Us Parte 1 lo sti intuisce dal fatto che i codici review per un titolo tanto importante siano arrivati nelle redazioni solo nel giorno della commercializzazione. In genere accade l’opposto: più un videogioco è di grido, prima arriva alle testate. Da qui il ritardo con cui questa recensione di The Last of Us Parte 1 arriva conseguentemente sulle nostre pagine virtuali: chiara l’intenzione, da parte dell’editor, di voler ritardare una valanga di stroncature prima del lancio per poter godere al meglio, lo ribadiamo, dell’onda lunga del successo della serie televisiva.
Un collegamento che Naughty Dog LLC ha voluto sottolineare donando ai modelli poligonali dei protagonisti i volti di Pedro Pascal e Bella Ramsey, gli attori che hanno contribuito a rendere tanto speciale la prima stagione fi The Last of Us trasmessa su HBO (e su Sky in Italia).
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Succede così che se solitamente sono i videogame a boicottare film e telefilm, qua vale esattamente l’inverso, con la serie televisiva che ha spinto fuori dalla porta un prodotto che abbisognava ancora di qualche settimana in garage per limare i dettagli.
Ed è un vero peccato, perché sotto tutti quei bug e dietro tutti quei crash che attenteranno alla sopravvivenza del vostro PC, si staglia un gioco che non sente i tanti anni sulle spalle, riuscendo, grazie a trovate ludiche ben congegnate e a un ottimo plot, a declinare con furbizia un gameplay altrimenti parecchio semplice che si riduce in: supera una stanza piena di nemici, fai di tutto per non farti beccare, arriva alla stanza successiva e ripeti tutto daccapo.
Per questo remake gli sviluppatori non hanno lavorato esclusivamente sul fronte grafico, rendendolo filmico (le volte in cui si riesce a giocare alle risoluzioni massime, s’intende), ma anche sull’intelligenza artificiale dei nemici, che non sono dei geni ma risultano comunque più sfidanti che in passato.
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Il risultato è un titolo che si difende molto bene – nonostante, appunto, non ci siano interventi realmente importanti nell’impianto ludico – anche grazie a una trama che saprà assestarvi diversi cazzotti nello stomaco, forte soprattutto della rinnovata espressività dei volti dei protagonisti.
Chi ha Steam Deck si prepari a giocarlo ai minimi, chi ha un PC da vero gamer si metta in modalità zen bruciando incensi in attesa che arrivino le patch. Capiamo la rabbia di chi attualmente affolla i social e i forum imprecando contro sviluppatori ed editore maledicendoli fino alla settima generazione: al momento in cui scriviamo giocare con The Last of Us Parte 1 è davvero difficile, goderselo ancora di più, ma vi invitiamo comunque a guardare il prodotto nel suo insieme, certi che bug e glitch saranno sanati (magari più velocemente di quanto non abbia saputo fare CD Projekt RED con Cyberpunk 2077: qui la nostra prova con mano della versione 1.5, vero Sony?). In quest’ottica è davvero difficile non ammettere che abbiamo per le mani un’avventura appassionante, una trama ricca di pathos e personaggi grondanti di carisma. Ma, appunto, per godere di tutto ciò bisognerà attendere le patch…