Dal NeoGeo Pocket Color a Nintendo Switch il passo è breve
Mentre il mondo celebra la nuova generazione di console, restano ancora molte le occasioni per guardarsi indietro e idolatrare il gaming di un tempo. L’assist questa volta ci viene fornito da un videogioco sbarcato su Switch. Con The Last Blade: Beyond the Destiny abbiamo avuto il privilegio di simulare sull’ibrida di Nintendo il gameplay di una piattaforma di cui forse molti non hanno mai sentito parlare. NeoGeo Pocket Color era il nome della portatile realizzata da SNK in Giappone. Purtroppo per loro, dovendo competere con quel gigante di Osaka (leggi Nintendo), il prodotto non ha mai spiccato il volo. Ma diversi titoli che hanno segnato la storia sono stati giocati anche su NeoGeo Pocket Color. E oggi vi riporteremo a quei tempi d’oro.
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The Last Blade: Beyond the Destiny.
Abituati ormai a picchiaduro fluidi e densi di esperienza, potrebbe sembrare azzardato riproporre un titolo vecchio del 2000. O forse dovremmo dire “giovane” del 2000? Sì, perché a bordo della nostra Switch ci siamo sentiti come dentro a una macchina del tempo, catapultati in un’esperienza videoludica davvero originale. Come se avessimo in mano un NeoGeo Pocket Color, con gli stessi tasti e lo stesso audio, abbiamo combattuto nei panni di giovani eroi contro il male a colpi di arti marziali e poteri. In modalità storia, allenandoci oppure divertendoci in scontri all’ultimo sangue.
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Chi adora riaccendere il vecchio Game Boy saprà a cosa ci riferiamo. Con The Last Blade: Beyond the Destiny torna tutto: i suoni, i menu essenziali, le grafiche con pixel grandi così e un’ambientazione appena abbozzata che non ci impediva però di viaggiare con l’immaginazione e la fantasia. Il combattimento va appreso uno scontro dopo l’altro, soprattutto perché non c’è molto spazio sullo schermo. In tempi di titoli tripla A e budget a più zeri, è stato bello tornare all’essenziale.
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