Passano gli anni, ma dalle parti di SNK non hanno certo dimenticato come si menano le mani
The King of Fighters XV… Basterebbe quel numero nel titolo, 15, per far intuire, a chi oggi ha meno di 30 anni, quanto debba essere stata fortunata l’epoca dei picchiaduro 2D. Ben poche saghe hanno avuto così tanti capitoli. Si tratta di un genere che oggi sopravvive a fatica ed è finito ai margini del mondo videoludico, ma che un tempo era sinonimo stesso di ‘videogioco’.
Basti pensare che, su 10 coin op, ovvero cabinati, presenti nelle fumosissime sale giochi degli anni ’80 e ’90, almeno 5 erano Street Fighter, Mortal Kombat e gli altri si suddividevano tra avventure e racing. Poi, la passione dei gamer per questo genere è andata scemando e, a mano a mano che le console da salotto sono diventate più potenti, gli episodi delle saghe di maggior successo si sono fatti più rari. Ma The King of Fighters non solo è vivo e lotta assieme a noi, bensì è pronto a sorprenderci con il capitolo numero XV…
Quanto è sgargiante The King of Fighters XV?
Esattamente un anno, un mese e un giorno fa, il nostro Alessandro provava l’ultima fatica di casa SNK Corporation: Samurai Shodown (qui la nostra recensione). Dopo dodici mesi, eravamo davvero curiosi di scoprire cosa avessero fatto gli sviluppatori nipponici per trasportare su console next gen anche la sua altra saga di riferimento: KoF.
Dal punto di vista contenutistico, il primo impatto non è dei migliori: TKoF XV è difatti estremamente tradizionale e povero di fronzoli e modalità di contorno. Negli anni, per rilanciare le proprie serie, le rivali Capcom e NetherRealm Studios hanno lavorato a fondo sulla modalità Storia e i risultati possono essere visti e apprezzati nei loro Street Fighter V e Mortal Kombat 11.
The King of Fighters XV non offre nulla di simile. O meglio, la mode Storia c’è ma è identica a quelle che avremmo potuto provare, chessò, anni fa su console molto più spartane, quindi di fatto è una modalità arcade con qualche intermezzo recitato, assurdo e scritto da autori sotto acidi.
Onestamente, non ci dispiace troppo: i personaggi dei picchiaduro sono sopra le righe (e quelli di KoF non scherzano, basta guardare il loro aspetto), le storie che si trascinano dietro semplicemente farneticanti e le modalità Storia sono, di norma, deliranti. Non ci serve chissà quale pretesto per scendere sul campo e iniziare a menare le mani.
Se vi sta bene un simile approccio molto asciutto e diretto, TKoF XV è ciò che stavate cercando. Se vorrete invece saperne di più sui 39 lottatori del roster, dovrete per forza rivolgervi alle informazioni prese su Internet, perché il gioco nulla racconta e nulla dice.
Chi segue la serie dai suoi esordi, nel 1994, noterà subito l’introduzione della mossa Shatter Strike, che può essere utilizzata sia in fase di attacco, inserendola all’interno della combo per fare danni di una gravità inusitata, sia in fase di difesa, assorbendo colpi dell’avversario senza subire danni (la cd. Guard Point) che in più consente di sferrare un attacco in counter e trasformare l’aggredito in aggressore.
Una bella trovata, capace, soprattutto online, di rendere le sorti di uno scontro incerte fino all’ultimo. Piacciono molto meno, invece, le Proximity Throws, ovvero le prese da effettuare in combinazione con l’attacco forte: inutile dire che basta non essere in linea con l’avversario per far sì che il nostro combattente interpreti l’input come un attacco e non come una presa (intendiamoci: poco male, visto che comunque il colpo è utile almeno a non restare con le difese abbassate, ma è comunque frustrante).
Ottimo l’online, The King of Fighters XV dispone di rollback netcode e consente di creare di stanze da 8 membri con diverse modalità e pure di allenarsi assieme agli amici più bravi, così da apprendere i loro segreti.
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Mentre vendendo al comparto grafico, è indubbio che, finché è rimasta al 2D la serie ma soprattutto i suoi carismatici personaggi godessero di un appeal unico, capace di renderli una giusta via di mezzo tra la “seriosità” dei lottatori di Mortal Kombat e la fumettosità di quelli di Street Figheter. Con il 3D la caratterizzazione ha perso qualcosa, ma in compenso questo quindicesimo episodio gode di una palette cromatica a dir poco esaltante, capace di enfatizzare le mosse più potenti in un tripudio di lampi, fulmini ed esplosioni, il che rende davvero piacevole buttarsi a capofitto negli scontri.
Insomma, tra combattenti improbabili e mosse capaci di spazzare l’intero scenario, The King of Fighters XV è senz’altro in grado di proporre quel divertimento spicciolo che ha reso immortali i picchiaduro 2D ai tempi dello SNES e interminabili i nostri pomeriggi in sala giochi ai tempi dei coin op. Tutto funziona bene perché il sistema di combattimento è, nella sua immediatezza, incredibilmente stratificato e perché l’on line non tradisce mai. Magari avremmo voluto più contenuti, ma non possiamo lamentarci.