Darwin diceva che la Natura spazza via le specie che non si adattano e questo videogioco lo dimostra
Non sono molte le software house cilene che fanno parlare di sé nel comparto dei videogames. Ce ne è una, però, che grazia a Rock of Ages (qui la nostra recensione di Rock of Ages III) si è fatta conoscere in tutto il mondo: Ace Team, fondata dai fratelli Andres, Carlos ed Edmundo Bordeu. I tre hanno ora lasciato perdere il loro “flipper storico” per puntare su un titolo assai più pretenzioso: The Eternal Cylinder.
L’evoluzione non si ferma in The Eternal Cylinder
Come sa bene chi ha studiato le teorie di Darwin, nella storia di tutte le specie, chi non si evolve rischia di soccombere. Il concetto è ripreso in The Eternal Cylinder, che ci vede impersonare buffe creaturine, i Trebhum, che si aggirano nel sottobosco di un mondo morente e, pare, destinato a essere spazzato via dall’industria. I Trebhum non hanno artigli, ali, muscoli, zanne… non secernono veleno e non sono particolarmente resistenti. Sono, insomma, alla fine della catena alimentare e rischiano ogni giorno di essere fatti fuori da tutti i predatori che brulicano sulla superficie (e pure sotto), del pianeta.
Un mondo altamente ostile e pure, lo si anticipava, in rovina. L’industria procede a passo spedito, distruggendo qualsiasi ambiente naturale. Nel vero senso della parola: in The Eternal Cylinder saremo infatti inseguiti da un gigantesco rullo compressore (il Cilindro, appunto) che asfalterà qualsiasi cosa gli si pari di fronte: alberi, montagne e perfino i predatori più grossi che potrebbero ingoiarci in un solo boccone.
Noi potremo fermare solo temporaneamente l’opera distruttiva di questo macchinario infernale attivando delle torri magiche, ultimi lasciti ancestrali di un modo che sta per sparire ma che ancora combatte per la sua sopravvivenza. Come combattono i Trebhum, che non avranno chissà quale freccia nella propria faretra, ma sono determinati a non sparire e la determinazione, talvolta, è tutto.
Dotati di una proboscide utile ora a risucchiare frutti e piccole prede, ora a sparare acqua per risolvere diversi enigmi ambientali, i Trebhum possono comunque evolversi piuttosto in fretta, assorbendo i caratteri di piante e animali che ingolleranno. Proprio come Kirby, il paffuto eroe Nintendo – Hal Lab., se il nostro piccolo e tondo esserino ingoierà un frutto peloso, svilupperà lungo tutto il corpo una peluria che lo renderà resistente al freddo.
Se mangerà un fungo che cresce in zone cariche di miasmi, potrà avventurarsi in zone in cui l’aria è così fetida da uccidere qualsiasi essere vivente. Allo stesso modo, ingoiando un cactus, si ricoprirà di spine acuminate. E così via, in un florilegio di poteri e abilità che eventualmente potranno essere combinati tra loro, così da rendere il proprio Trebhum armato per affrontare ogni situazione.
Lo scopo principale del nostro piccolo esserino sarà rinvenire le uova dei suoi simili (in via d’estinzione), così da assicurare la sopravvivenza delle specie: gli altri Trebhum ci seguiranno fedelmente, potranno essere comandati switchando col dorsale e, soprattutto, rappresenteranno la scorta di vite a nostra disposizione, perché se moriranno tutti, game over.
Lo scopo di questo platform piuttosto curioso è dunque quello di affrontare una lunga serie di enigmi sfruttando non solo l’ambiente di gioco ma soprattutto i poteri che i Trebhum possono assorbire da piante e animali.
Di per sé gustoso e pure innovativo, se non fosse che il gioco è sporcato da diversi difetti piuttosto importanti e, per questo, fastidiosi. Anzitutto, la fisica è piuttosto barcollante: diversi enigmi devono essere risolti indirizzando il getto d’acqua che potremo sparare dalla proboscide verso un oggetto, ma non sempre un’operazione tanto semplice è altrettanto immediata.
Allo stesso modo, le sequenze platform vengono spesso rovinate dal modo in cui i nostri piccoli Trebhum paiono slittare su ogni superficie: è come se non ne avessimo mai davvero il pieno controllo. Ma l’aspetto più frustrante riguarda il fatto che The Eternal Cylinder ci butti a bagno e aspetti per vedere se impariamo a nuotare o se affoghiamo come piombi.
Ok, la Natura è spesso matrigna e chi non si adatta è perduto, ok, di per sé il concetto dell’evoluzione è un try and error, ma spesso i pochi suggerimenti che il gioco concede arrivano tardi, ancora più spesso dobbiamo approcciarci con i numerosi esseri alieni che popolano il nostro mondo senza sapere se sono prede e possono essere ingoiate (donandoci magari qualche power up nuovo) oppure se si rivelano famelici predatori. Inutile dire che quando si scopre la loro vera natura il più delle volte abbiamo già perso metà branco…
Anche la gestione dei poteri è caotica: sono una cinquantina, ma non sapremo mai in cosa ci trasformeremo finché non assumeremo il frutto o la sostanza, che spesso potrebbe farci perdere una abilità che invece serviva. Davvero fastidiosa, poi, l’inquadratura, soprattutto nei piccoli dungeons, dove tende a dar di matto incastrandosi nei cunicoli e sfondando le pareti.
L’aspetto più convincente di questa produzione cilena, invece, riguarda la caratterizzazione degli strambi esseri che popolano, in modo credibile, il pianeta alieno in cui verremo catapultati. Sono semplicemente assurdi e visionari, paiono usciti da un dipinto di Salvador Dalì, e sono tanto grotteschi quanto affascinanti (e le trasformazioni dei nostri protagonisti, come potete vedere, non saranno da meno, a livello visivo). The Eternal Cylinder è previsto su console di vecchia data (PlayStation 4 e Xbox One), eppure presenta già quel taglio da nuova generazione che, purtroppo, finisce con l’esporre il gioco a pop up, effetto fogging e molteplici rallentamenti, soprattutto in prossimità dell’opera distruttiva del cilindro (il modo in cui sotterra alberi, strutture e montagne è superbo, quasi cinematografico) o dei nemici più grandi (alcuni sono colossali). Insomma, non un titolo perfetto, ma sicuramente un’opera incredibilmente ambiziosa, soprattutto per una software house così piccina. Gli scivoloni perciò non mancano, ma chi ha voglia di passarci sopra metterà le mani su un platform piuttosto unico nel suo genere.