Un RPG per Switch e PlayStation 4 che piacerà ai più piccoli ma capace di restare anche nel cuore dei giocatori più grandi
Ci sono titoli che ti rimangono dentro. Talvolta anche solo per la storia o per la grafica. Lo ammettiamo, sebbene ripetiamo a ogni piè sospinto che dovrebbero essere i fattori con meno peso in una recensione, surclassati abbondantemente dall’attenzione che si deve al gameplay. Ma non scegliamo noi cosa ti colpisce, capita e basta. E The Cruel King and the Great Hero è uno di questi titoli.
Intendiamoci, nulla di realmente epocale: è un giochino semplice e limitato, senza grosse pretese, eppure sa conquistare anche il giocatore più navigato, grazie alla dolcezza dei protagonisti e, soprattutto, all’ispirazione del tratto artistico.
C’erano una volta, tanto tempo fa The Cruel King and the Great Hero
The Cruel King and the Great Hero è una favoletta semplicemente deliziosa, nella sua semplicità e nella sua linearità. Ambientato in un mondo in cui mostri e umani vivono assieme e devono vedersela con le angherie del Re Demone, seguiremo le vicende della giovane Yuu, un’orfana figlia dell’ultimo eroe di quel regno. Yuu è stata cresciuta amorevolmente dal Re Drago, che le ha narrato con dovizia di particolari le prodezze del padre, tranne un piccolo, ma significativo particolare: ovvero che l’ultimo eroe lo ha ucciso proprio quel Re Demone contro cui dovrà vedersela proprio lei.
A livello di gameplay, The Cruel King and the Great Hero ricorda parecchio i primi Paper Mario, percorrendo la via dei JRPG a scorrimento orizzontale. Ci si fa largo tra mappette e livelli ‘simil metroidvania’ solo all’apparenza complessi, ma che in realtà presentano un incedere a dir poco guidato, quindi non abbiate paura di perdervi o di mettere piede in zone del mondo troppo pericolose. Esattamente come accadeva nel primo Paper Mario per Nintendo 64.
Anche i combattimenti ricordano molto il titolo con l’idraulico baffuto, dato che permettono un’azione per turno che potrà essere un attacco semplice, uno che richiede l’investimento di punti magia e consentono di colpire più nemici o causare malus, l’uso di un oggetto, la difesa o la fuga.
Il sistema insomma è semplicissimo ma non banale. Anzi, quasi appagante. Anche la crescita dei personaggi non chiede di confrontarsi con mille statistiche, così come non contempla la possibilità di variare classe, dunque chi è forte non diventerà un mago e chi è lento non potrà diventare un piè veloce, ma in compenso si può personalizzare il party d’eroi con armi, armature e anelli magici. La presenza di un eroe piuttosto che un altro nel gruppo, inoltre, determinerà l’accesso a determinate side quest.
L’aspetto più riuscito di questo dolcissimo gioco di ruolo di NIS America è senz’altro la caratterizzazione grafica, che a più riprese ci ha fatto venire alla memoria un titolo Ubisoft ingiustamente passato sotto-silenzio: Child of Light. Anche quello, tra l’altro, era ambientato nel mondo delle fiabe ed era caratterizzato da fondali realizzati a mano.
Sono davvero tanti i particolari che rendono The Cruel King and the Great Hero semplicemente delizioso, come per esempio gli attacchi speciali di Yuu, che vedono entrare in scena il Re Drago, che continua a vegliare su di lei, senza che la bimba ne abbia però contezza.
Insomma, come già avevamo anticipato, nella sua semplicità e nonostante l’assenza di qualsivoglia innovazione sul fronte delle meccaniche di gioco, il titolo di Nippon Ichi Software è una piccola fiaba deliziosa, capace non solo di entusiasmare i giocatori più piccoli ma anche di far commuovere quelli più navigati.