La leggenda cinese del Re Scimmia Sun Wukong non è poi così memorabile…
The Crown of Wu è la dimostrazione del fatto che, per quanto ormai i nuovi motori grafici permettano di sfruttare un numero considerevole di asset prestampati, così da non doverli creare ex novo in casa, per pubblicare un videogame “in tiro” servano comunque soldi, tanti, e parecchio personale.
Perché sebbene l’idea di pescare dall’immaginario asiatico sia caruccia (non innovativa ma comunque interessante), The Crown of Wu fatica a dimostrare carattere. Si lascia giocare, per carità, ma aver voluto fondere in un titolo “budget” sequenze platform, esplorative, di risoluzione enigmi e di combattimento senza concentrarsi realmente su nessuna di queste fa sì che… be’, si rivelino tutte egualmente poco memorabili.
Complici anche una realizzazione grafica e artistica spartana e movenze del protagonista poco lontane dalla ‘t pose’, l’idea di avere davanti una demo o poco più fatica a lasciarci. Insomma, The Crown of Wu è un brutto gioco? Affatto, solo che è piatto, banale, privo di carisma o elementi identificativi di sorta. I bug non mancano, come è in fondo giusto in un videogioco che non può contare sui soldi di un titolo tripla A – e difatti non sono nemmeno loro il problema, quanto il fatto che difficilmente si sia spronati a proseguire.
Non c’è nulla che non vada, se si esclude una fisica ovattata e un tasso di sfida praticamente inesistente, tanto il gioco è clemente con chi sbaglia (se si precipita in un dirupo si rinasce semplicemente un po’ più in là, sull’ultima piattaforma calcata). E anche questo non aumenta la voglia di giocarlo, peggio che mai rigiocarlo…