La software house francese ripropone il suo racing game pensato per la propria comunità online e i contenuti non mancano
Dopo un capitolo dedicato a Detroit e uno passato a scorrazzare da una parte all’altra degli USA, la saga corsaiola di Ubisoft decide di concentrarsi su mappe decisamente più contenute e vergini, come le isole Hawaii. The Crew Motorfest ci paracaduta infatti nel cuore dell’arcipelago vulcanico più noto del Pacifico centrale, sull’isola di Oʻahu, provando a farci scordare la foga per ottenere follower sperimentata in precedenza e tentando di avvolgere l’utente con un inedito approccio zen (in realtà molto autoctono) che sulle prime sembra più adatto a hippy impenitenti o a surfer desiderosi di entrare in armonia con la natura che non a chi sfreccia su roboanti fuoriserie, ma comunque capace di ammaliare.
The Crew Motorfest, la recensione
Nonostante sia nato a Lione, nel cuore della vecchia Europa, The Crew Motorfest trasuda di miti e folklore indigeno, che verranno più volte sottolineati persino durante le competizioni da un accompagnatore del luogo. Finora i titoli del genere, che provano a mettersi in scia dei vecchi Need for Speed e Burnout, prediligevano ambientazioni urbane fatte di metallici quartieri industriali dominati da tubi e ciminiere o da avveniristici grattacieli illuminati da un arcobaleno di neon. Poi è arrivato Forza Horizon 5 e le regole sono state sovvertite. Inutile dire che il titolo di Ubisoft Ivory Tower strizza l’occhio proprio al videogame dei ragazzi di Playground Games, ponendo l’enorme ambientazione naturale e open world al centro della scena.
E lo fa a tal punto che lo spirito hawaiano permea persino il modo in cui vi avvicinerete alle competizioni di The Crew Motorfest, in cui spesso “l’importante è partecipare”, godere del momento e delle bellezze dell’isola, mentre il vostro accompagnatore vi suggerirà posti ideali in cui fare surf, prendersi un gelato o scoprire di più sul folklore e i riti ancestrali dell’arcipelago.
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Questo naturalmente non vuol dire che The Crew Motorfest si sia snaturato, anzi, il fulcro resta ancora una volta la competizione online, con le microtransazioni che rappresentano la scorciatoia ideale per avere “tutto e subito”. Chi invece dopo aver acquistato il gioco non vorrà più mettere mano al portafoglio dovrà mettersi di buzzo buono e partecipare a tantissime gare, un po’ tutte uguali specie sulle prime, perché la valuta virtuale non si raggranella in fretta, gli avversari sono tosti e naturalmente per guadagnare di più occorrerà arrivare nelle posizioni più alte della classifica.
Esattamente come nei passati episodi, anche qui Ubisoft prova a buttare nel calderone un po’ di tutto: fuoriserie, macchine da Formula Uno, dune buggy, fuoristrada, motociclette, vecchi van VW e maggioloni… Ci sono nuovamente motoscafi e aerei, ma questa volta hanno una parte marginale anche nelle competizioni, segno che gli sviluppatori hanno voluto dedicarsi soprattutto sulle quattroruote.
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E infatti sono stati compiuti parecchi progressi per differenziare il modo di guida e di risposta di una 4×4 da una berlina cittadina: intendiamoci, lo stile di guida è spudoratamente arcade e ancora una volta potrete distruggere ogni parte dello scenario facendo al più qualche graffio sulla carrozzeria, ma i veicoli rispondono in maniera diversa, scodando e sbandando a seconda del tipo e della trazione.
Il divertimento viene declinato in un florilegio di modalità che vanno dal Summit Clash al Grand Race, passando per il Demolition Royale al Custom Show e tutte hanno nell’online la propria ragion d’essere, con contenuti sbloccabili ogni settimana. Per fortuna, però, la CPU si rivela fin dal livello di difficoltà mediano un buon rimpiazzo rendendo il gioco solido e divertente anche per chi non affronta gare online (per giocare, comunque, serve la connessione ai server di Ubisoft).
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Certo, da soli si rischia di annoiarsi prima, perché le gare sono un po’ tutte piuttosto simili e il gioco si ripete uguale a se stesso per troppe volte prima di sbloccare l’accesso ad altri veicoli e altre competizioni (del resto solo chi farà acquisti con valuta reale godrà di una corsia preferenziale), ma tutto sommato The Crew Motorfest saprà intrattenere a lungo tanto gli amanti dei motori quanto i corridori domenicali. Un unico avvertimento: è un gioco a metà tra le due generazioni, perciò tenete in considerazione che mentre su PlayStation 5 non dà il massimo, su PlayStation 4 riserva rallentamenti a non finire…