La vita aziendale può essere un vero inferno, come racconta questa startup malese al suo primo videogame
Sono sempre più numerosi i videogiochi ambientati nel mondo del lavoro, proprio perché sono ormai tantissimi gli adulti che videogiocano e, dunque, che hanno voglia di titoli che parlino il loro linguaggio o semplicemente raccontino storie in cui possano ritrovarsi. Qualche tempo fa il nostro Alessandro aveva recensito Going Under, in cui una startup veniva salvata dalla stagista: folle, certo, ma niente in confronto a Say No! More che è toccato in sorte al sottoscritto e dovrebbe aiutare i dipendenti a imparare a dire ‘no’ al proprio superiore. Chi volesse esplorare versioni più meste, cupe e opprimenti dell’ambiente del lavoro, potrebbe rivolgersi a Mosaic, che ben tratteggia tutte le storture della società contemporanea. Noi, comunque, preferiamo i giochi allegri, colorati e un po’ pazzi, per questo eravamo particolarmente curiosi di recensire The Company Man.
The Company Man, un Camera Cafè da videogiocare
Sviluppato dalla startup malese Forust, al suo primo videogame e distribuito su PlayStation 4, Xbox One, Microsoft Windows (via Steam), Nintendo Switch da Leoful, The Company Man è un platform bidimensionale stile Mega Man in cui si salta e si spara, o si duella all’arma bianca. Insomma, è tipicamente vecchia scuola. A iniziare dalla difficoltà, che si impenna fin dalle prime ore di gioco e tende a non perdonare il minimo errore.
Fin qui, insomma, nulla di nuovo: è l’ennesimo videogame indipendente che va a competere in una categoria ultra-presidiata da sfidanti assai noti e quotati. Dove The Company Man sorprende, però, è nel suo incredibile umorismo: gli sviluppatori non si sono limitati a fare un gioco ambientato in un ufficio, ma a trasformare l’ambiente di lavoro in un girone infernale dantesco d’epoca moderna.
Ogni categoria ha subito il contrappasso: le centraliniste al contatto col pubblico sparano fiamme dalla bocca (sono abituate a respingere gli utenti), gli stagisti degradati a svolgere i lavori più infimi e a immolarsi come kamikaze… Anche i reparti seguono le medesime regole, tanto da essere trasfigurati e così gli attacchi del protagonista che pescano a piene mani dalla routine aziendali: ma non vogliamo dirvi di più, per lasciarvi il piacere di scoprirlo da voi.
Ci sono dipendenti che vi travolgono perché corrono con pile di documenti nelle mani e vecchiette troppo anziane per continuare a lavorare che daranno di matto quando devono accendere un computer… Tutto ciò va a braccetto con l’ottima caratterizzazione degli sprite: grandi, dettagliati, perfettamente animati. Nella sua semplicità, questo platform malese è davvero una gioia per gli occhi (forse qualcosa in più poteva essere fatto per animare i fondali o quantomeno differenziarli un po’).
I punti caffè, che nella vita reale rappresentano l’agognata pausa tra sessioni di lavoro altrimenti interminabili da affrontare coi (pochi) colleghi che stanno simpatici, qui simboleggiano ovviamente i checkpoint e permettono di ripristinare l’energia. Esattamente come le pause caffè, sono piuttosto rari: e qui arriviamo a quanto già si anticipava, perché nonostante la grafica cartoon questo platform per PlayStation 4, Xbox One, Microsoft Windows e Nintendo Switch è tipicamente old school e si rivolge principalmente a chi si è fatto le ossa coi titoli degli anni ’80.
Progredendo è possibile imparare nuove mosse e abilità, oltre a raggiungere chioschetti in cui comprare item da sfoderare quando la situazione si fa davvero drammatica. E, appunto, non tarderà a precipitare, perché i nemici sono numerosissimi e a dir poco insidiosi. Completa il quadro, già fosco, la presenza di boss di mid stage (che poi incontrerete come nemici comuni) e di fine livello: molto spesso, purtroppo, le loro stanze si trovano piuttosto distanti dall’ultima macchinetta del caffè. Ma The Company Man è appunto così: un titolo irsuto, spigoloso, che non concede sbagli. Come i videogiochi di un’epoca fa. Come il mondo del lavoro dei giorni nostri.