Un villaggio spopolato, una minaccia misteriosa: il lavoro perfetto per la coraggiosa Rhea
Ratalaika Games ha una bacheca più che nutrita di titoli in stile retro. Anzi, potremmo dire che il publisher ne ha fatto la propria ragione di vita. Come potete notare dalle nostre recensioni, in alcuni casi ha fatto centro, in altri è mancato qualcosa. The Bounty Huntress, disponibile anche su Xbox Series X/S, è un videogioco che si è impantanato in una terra di mezzo, che non ci consente di bocciare in toto il titolo, ma che nemmeno ci distoglie dai suoi difetti. Se amate i metroidvania e siete disponibili a investire una piccola somma, il viaggio che intraprenderete è a Vaunard, un non meglio specificato villaggio medievale che ci si spalanca sotto un pioggia torrenziale, con tuoni e lampi che disturbano il riposo degli abitanti.
In realtà, come si scopre ben presto, a Vaunard non c’è anima viva. La protagonista si chiama Rhea e di mestiere fa la cacciatrice di taglie. L’incipit è corto, con pochi dialoghi tra noi e un uomo che ci dà immediato riparo nella sua casa. In strada non si è per niente al sicuro. Qualcosa di diabolico ha rapito tutte le persone, inghiottite dal Castello di Aresdale. La storia come potrete immaginarvi ha giusto qualche elemento di lore e lascia la ciccia al gameplay.
A livello grafico The Bounty Huntress non è tra i titoli peggiori dell’ambito retro gaming, anzi. Restano però alcuni macro difetti, come i movimenti della protagonista che soprattutto quando corre rimane bloccata come su un tapis roulant per pochi istanti prima di muoversi. Sul combat system il titolo è fedele allo stile del genere metroidvania: morte frequente e combattimenti non facili. Essendo un 2D i movimenti sono limitati e un colpo avversario può bersi tranquillamente un terzo della vita. Non si possono non imparare gli scatti e le abilità per evitare i fendenti dei nemici.
Occorre colpire ogni elemento presente sulla mappa, come lampioni e casse in cui sono nascoste risorse preziose come monete e pozioni curative da pescare e mettere da parte. Non male l’idea di un bestiario consultabile tramite il menu dove è possibile scoprire le specifiche di ciascun mostro che abbiamo finora affrontato. Sulle ambientazioni The Bounty Huntress non riesce a distinguersi per nulla in particolare: i fondali sono parecchio spogli e danno semplicemente l’idea di trovarci in un ennesimo castello labirintico.