Un mondo di possibilità, tra combattimenti ed esplorazione
Se c’è soltanto uno sviluppatore dietro a un videogioco il giudizio ne deve per forza tenere conto. Inutile paragonare titoli indie del genere con esperienze in cui si ha a disposizione un team anche solo di cinque professionisti. Siamo in un altro campionato, dove possono comunque emergere piccoli campioni che propongono idee (e relativo svolgimento) interessanti. The Bloodline, sviluppato da Shieldbearer Studios, è l’opera di un unico sviluppatore, ambientato in un medioevo fantasy dalla grafica stile cartoon. L’impressione iniziale è quella di trovarsi di fronte a un titolo dalle grandi possibilità, in termini di missioni ed esplorazione del mondo.
The Bloodline vanta una colonna sonora niente male. Chiudendo gli occhi e facendosi trasportare soltanto dalla melodia iniziale sembra di essere davvero al cospetto di un videogioco ricco di epicità. A livello grafico, però, tutto è ridimensionato. Il mondo di The Bloodline è colorato, con uno stile minimal piacevole soprattutto perché l’intero universo non risulta abbozzato o realizzato di fretta.
Il titolo è in prima persona e nei primi istanti di gioco dobbiamo scegliere che aspetto dare al nostro avatar. Impersoniamo un o una discendente della stirpe degli Araldi. Abbiamo il dono della preveggenza e il compito di proteggere Eudros dagli Imperdonati. La trama, in realtà, fa da sfondo all’azione.
In The Bloodline – che abbiamo provato su Steam – sono circa 500 le abilità che è possibile sbloccare e a giudicare dai primi combattimenti che abbiamo avuto modo di fare il divertimento sta davvero molto nell’affrontare mostri di vario tipo, sfoderando un arsenale di tutto rispetto potenziato da incantesimi e magie.
The Bloodline bada molto alla sostanza ed è questo il suo pregio principale. I combattimenti non sono proprio il massimo della libidine – i colpi non restituiscono la gioia che vorremmo provare – ma hanno il vantaggio della varietà dati i molti nemici da affrontare. Spicca anche quel grande senso di libertà che si respira nel girovagare senza una meta. La densità di attività è sufficiente per stuzzicare l’attenzione di chi, prodotti indie simili, sa apprezzarli.