Tutorial e tante statistiche per la società italiana che punta da subito a una exit in stile Runtastic, comprata da Adidas per 150 milioni
PunchLab, applicazione dedicata al pubblico della fit-boxe, ha chiuso un round di investimento da 300mila euro. L’aumento di capitale è stato guidato da Barcamper Ventures Lazio e Barcamper Ventures, fondi di investimento gestiti da Primomiglio SGR, con la partecipazione di LVenture Group.
La società guidata dall’ad romano Valerio Raco è nata meno di un anno fa, nel giugno 2019. “Ma durante l’accelerazione nel LUISS Enlabs i nostri mentori ci hanno subito spiegato chiaramente che in questo settore accade tutto molto velocemente” racconta a StartupItalia il manager.
Dalle neuroscienze al pugilato
Grande appassionato di sport da combattimento e ricercatore in neuroscienze, il trentaquattrenne Raco lavorava in Germania, dove viveva con moglie e figlio, allenandosi durante il tempo libero. “Ho montato un sacco in casa: ma dopo due o tre mesi da solo diventa difficile anche per i più convinti mantenere alta la motivazione – prosegue – Anche perché, differenza della corsa, nel nostro sport è difficile misurare i progressi”.
Una ricerca lo porta a scoprire che non esistono sul mercato soluzioni a un prezzo abbordabile; il boxeur decide, quindi, di provare a costruirne una da sé con l’aiuto di un amico – con cui poi le strade si divideranno – e di un programmatore. “L’idea era quella di usare il cellulare e le sue componenti, dall’accelerometro al giroscopio. Quando ho deciso di provare a fare l’imprenditore mi stavo dedicando per piacere all’analisi dei dati biometrici. Competenze complementari a quelle del mio socio Simone Carcone si occupa, invece, del codice”.
Un’app italiana per il pugilato: verso l’espansione internazionale
La versione gratuita dell’applicazione comprende una serie di programmi di allenamento audio da seguire per tenersi in forma e migliorare la tecnica. Quella premium funziona su abbonamento e comprende una fascia tramite cui attaccare il cellulare al sacco da pugilato.
Solo in questa sono comprese le funzionalità statistiche al cuore del progetto: numero di colpi portati, forza, frequenza, intensità, calorie consumate. In futuro, spiega Raco, aumenteranno: “Parallelamente all’allenamento dell’intelligenza artificiale, stiamo studiando la possibilità di riconoscere se è stato tirato un pugno o un calcio”. Una funzionalità utile per i kick boxer e gli amanti della muay thay.
I tutorial sono in inglese perchè si punta, da subito, al mercato internazionale. “Scommettiamo molto sugli Stati Uniti, dove c’è un pubblico enorme per la fit boxe. Il nostro principale competitor è un apparato composto da sensori che costa circa 1.500 dollari. Vendiamo dal primo zero, e a oggi siamo arrrivati in 64 paesi”.
I fondi raccolti serviranno ad ampliare il team, composto al momento dai due founder e da un’altra persona di stanza negli USA. Con una particolarità: PunchLab è una startup completamente in remoto. “Io vivo a Barcellona, una scelta legata alla qualità della vita. Il mio socio è a Roma. Ci siamo visti di persona per mesi durante l’accelerazione a Luis Enlabs, e non dico che tornare a casa dopo il lavoro chiacchierando non sia piacevole. Ma per noi funziona benissimo così, e il lavoro da casa permette un altro tipo di libertà ed equilibrio con il privato”.
La ricerca di collaboratori avviene, quindi, su base mondiale. “L’unico requisito che chiediamo a chi si candida è la sovrapposizione di due ore con i nostri orari. La ragazza che è con noi vive in America: la vedo tutti i giorni dalle cinque alle sette del pomeriggio”.
PunchLab: una exit in stile Runtastic
L’imprenditore è un mestiere per persone che tendono per natura a pensare in grande. Trattandosi di un’azienda così giovane non avevamo pensato di parlare di exit. Errore. Raco ha le idee chiare per il futuro. “Abbiamo un path molto chiaro. Le app di fitness vengono rilevate dai brand sportivi: Adidas ha già comprato Runtastic per 150 milioni di euro, e l’azienda ha una bella linea di abbigliamento per sport da combattimento: perché non pensarci? Del resto Franco Gonnella, nel cda di Primo Miglio SGR, è stato il primo a dire che questa startup è predisposta per una exit a breve termine”.
Che cifra spera di spuntare, chiediamo? “Tra i 50 e i 100 milioni” ammette. “Non voglio sembrare presuntuoso” specifica poi, alla fine dell’intervista. Non lo è. E’ solo un founder che fa il proprio mestiere con entusiasmo. “Ho lasciato la ricerca per fare il lavoro più bello e difficile del mondo” confessa, senza troppi rimpianti. “E anche il più difficile”.
La fiducia in se stesso è stata determinante nel conquistare la stima di partner di primo piano in meno di dodici mesi. “Siamo rimasti favorevolmente colpiti dal team di PunchLab per la chiarezza della visione strategica, l’ottima conoscenza del settore e la capacità di sviluppo del prodotto sin dal nostro primo incontro – ha commentato Gonella dopo il round – Il fitness è una delle industrie che ha subito maggiormente l’impatto dell’emergenza attuale e nel futuro le piattaforme online avranno un ruolo fondamentale nel fornire esperienze personalizzate capaci di soddisfare le esigenze di tutti i target del settore: palestre, istruttori free-lance, appassionati di sport da combattimento”.