Quarantamila gli italiani che hanno completato una 42 km, milioni quelli che corrono ogni giorno. Un business mondiale quello della corsa e una Run Economy che si dimosstra strategia sempre piu’efficace anche per le città. Oggi avere percorsi attrezzati vuol dire richiamare anche turisti
In Italia ci sono circa 40 mila persone che completano i 42 km e 195 metri di una Maratona ogni anno. E ci sono, in effetti, Maratone in ogni città: Milano e Roma addirittura sono nello stesso giorno, paradosso tipicamente italiano. Poi ci sono appuntamenti come la Maratona di New York, e di tante altre città straniere, che hanno un significato non solo sportivo: ci sono diverse agenzie che oggi si occupano di organizzare ponti aerei da e per l’Italia per i runner di tutto il mondo.
Tra maratone e runner. Due mercati diversi, due business diversi
Il problema è che parlare di Maratone e di runner porta a un equivoco: si dà a una parte, per di più estrema, perchè non è da tutti correre la cosiddetta 42, il nome di un tutto. E quel tutto sono i milioni di persone che, anche in Italia, hanno eletto il running loro disciplina preferita, in tanti casi quotidiana.
La Federazione Atletica leggera (Fidal) vive in mezzo a questo equivoco: ha un calo di tesserati, e pure di risultati, ovvero un calo di atleti specializzati, e solo amministrando e assecondando l’esercito dei runner occasionali può allargare la sua base di selezione per ri-trovare atleti con cui ottenere risultati nei grandi eventi.
Lo stesso mercato è diviso in due: da una parte il business delle maratone, i cui cinque eventi top, nessuno in Italia, generano oltre 1 miliardo di ricavi; dall’altra la Run Economy, che ha valori ben superiori anche se meno scintillanti, che ha un valore pure social e sociale perche’si tratta in effetti di una pratica sportiva che genera benefici diversi per le citta’e per i cittadini, arrivando anche nelle scuole, nelle aziende, occupando e dunque liberando da altre presenza i parchi anche quando non attrezzati per la corsa.
Insomma, è sbagliato concentrarsi solo sulle maratone: c’è tutto un mondo intorno, che gira ogni giorno. E ascoltare come suggerimento una canzone dei Matia Bazar è possibile se il punto di partenza è Crea, un nuovo osservatorio lanciato dalla Fidal per monitorare tutto quanto è corsa. Le maratone, certo, ma anche le Color Run, e in generale tutto l’universo delle gare non competitive; le corse originali come la Night Run sulla pista di Linate del 22 di giugno, oppure le Vertical Run che scala i grattacieli di Milano. Crea significa appunto Connecting Run Economy with Athletics.
Run card, la soluzione per chi corre tutti i giorni
E il punto di connessione, offerto primariamente ai possessori di Run card, la loyalty Fidal che oggi è nella…borsa sportiva di circa 60 mila italiani, è da qualche giorno My Run Card, una nuova piattaforma che che, tra le altre cose, permette agli utenti di collegarsi alle varie App specifiche per il running, da Strava a Endu, per ottenere crediti digitali per ogni km percorso. Il Magazine digitale sarà anche personalizzato, ovvero ognuno troverà in rete un assistente, un personal running trainer per avere consigli su allenamenti, alimentazione, percorsi. Come già detto, la passione sarà premiata con crediti strettamente collegati al running.
Una fuga in avanti ? No di certo. Nel convegno che ha lanciato il concetto di Run Economy, nelle sue due declinazioni, business e social, la Fidal ha presentato una indagine dell’Istituto Piepoli da cui emersa che i runner sono degli innovatgori, una tribù attenta al nuovo, molto curiosa. Più impegnati del volontariato dei non runner, più lettori dei non runner, persino più abbonati a Netflix dei non runner, evidentemente perchè interessati a una offerta di servizi che permette una gestione personale del proprio palinsesto quotidiano. I runner anche quando si muovono, per turismo e per lavoro, valutano con attenzione le loro mete e privilegiano le città con percorsi attrezzati, gli alberghi che hanno nelle vicinanze un c’è parco dove andare a correre. Non e’piu’un problema di quando, il running ha i tempi social: 24/7/365. E non è più un problema di dove: il running non ha bisogno di impianti dedicati, ed è piuttosto un servizio reso anche alle città che possono recuperare così i parchi e le aree verde affidandone la…manutenzione attiva a chi corre.