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Un modello di business scalabile che aiuta qualsiasi realtà di qualsiasi dimensione a creare una fonte di introiti alternativa. Puntando sul merchandising senza la complicazione di forniture e magazzino
Il modello di business che nasce dall’osservazione empirica della realtà. Ovvero, quando la startup individua una mancanza e decide di colmare la lacuna: inventando qualcosa che non c’era e che, si spera, sia destinato non solo a durare, ma pure a migliorare la vita e, in questo caso, l’immagine delle persone.
È con questa filosofia – fare della necessità un sistema virtuoso e possibilmente redditizio – che nasce My Logo: una promettente realtà che da circa un anno e mezzo opera sul mercato di internet offrendo la possibilità di creare, in maniera estremamente semplice e veloce, uno store online con tanti prodotti personalizzati con il logo o con le immagini della propria associazione, del proprio gruppo musicale o dell’evento che si intende organizzare, il tutto pronto per essere acquistato dai fan, dai tifosi e dagli appassionati.
Il percorso
Fulvio Tosi, fondatore di My Logo, racconta il percorso che ha portato a quest’attività: «Come spesso capita – afferma – il punto di partenza è stato una necessità. Qualche anno fa, giocavo in serie A in una squadra di football americano, qui in Italia. Vincemmo il campionato italiano nel 1992 e ci laureammo vice campioni italiani nel 1994. Il seguito intorno a noi, in termini di tifosi, era sempre molto vasto. Ci chiedevano adesivi, cappellini, bandane, sciarpette, in modo da poterci seguire e avere un segno distintivo. Noi, pur non avendo risorse economiche per poterlo fare, cercammo di soddisfare tutte queste richieste».
Da lì, a poco a poco, l’esperienza capitata alla squadra di football di Tosi si replicò anche con molte altre società. «Parecchie realtà dilettantistiche – prosegue Tosi – hanno una quantità di seguito e di tifosi per nulla inferiore, rispetto a quelle professionistiche. Ma spesso, ovviamente, non hanno le stesse risorse. Però era bellissimo poter pensare di “vestire” queste persone con lo stesso colore, lo stesso simbolo, fargli possedere gli stessi gadget. Un modo per stimolare la passione, ma anche la propria identità, il senso di appartenenza comune».
L’attività
Su tutte queste basi si fonda My Logo, il cui portale web è www.mylogo.shop. E il discorso delle risorse? Superato anche quello. Perché è il singolo appassionato a fornire il capitale, non la società.
Come funziona? Tosi lo spiega per filo e per segno: «Chiunque sia responsabile per esempio di un’associazione sportiva, sia membro di un gruppo musicale, si occupi di organizzare al meglio eventi, manifestazioni o attività affini, affidandosi a mylogo.shop avrà modo di personalizzare con colori, immagini, frasi a effetto, loghi e brand distintivi tutti i gadget che preferisce: dai capi di abbigliamento per adulti e bambini, come t-shirt, felpe, giacche, k-way e cappellini, a vari accessori quali portachiavi, tazze, magneti, borracce e infradito solo per citarne alcuni, senza dimenticare le cover per smartphone. Mylogo.shop non pone limiti alla creatività, anzi, la incoraggia: realizzando uno store online, mylogo.shop consente di mettere in vendita centinaia di articoli personalizzati senza dover produrre in anticipo nessun pezzo e senza anticipare alcun costo di produzione».
Nessun costo di produzione
Il grande vantaggio di My Logo è proprio questo: «I prodotti vengono realizzati on demand, al momento dell’ordine del fan, del tifoso o dell’appassionato che ne sostiene quindi il costo. Per ogni prodotto venduto, viene accumulato un margine in un portafoglio virtuale che genera quindi nuove entrate economiche che sostengano i progetti dell’associazione, del gruppo musicale o di chi lavora all’organizzazione di un evento. Una volta raggiunta una certa soglia, il “borsellino” può essere versato su uno specifico conto corrente».
Quindi, non solo una singola realtà può avere finalmente il proprio simbolo distintivo e accontentare i tifosi, ma può anche ottenere qualche introito dal punto di vista economico, grazie appunto al “marchio”. Un sistema intelligente e innovativo che ha attratto l’attenzione di Wylab. E oggi My Logo è una delle tante realtà che fa parte del ricco network dell’incubatore chiavarese. Per chi ha una società o un gruppo, tutto è molto semplice: basta creare un proprio logo e iscriversi al sito. Tutto il resto lo faranno gli appassionati.
Numeri in crescita
My Logo ha debuttato nel Pesarese, il luogo dove tutto ha avuto inizio, ma sta, a poco a poco, raccogliendo sempre più iscrizioni e consensi pure in altre parti d’Italia. Il sistema è semplice e punta a stimolare non solo l’entusiasmo dei supporter ma anche quello dei collezionisti, che spesso arrivano ad acquistare oggetti su una particolare vetrina di qualche società, semplicemente perché affascinati dal logo.
Chi non ha idee o vuole migliorare il proprio bozzetto, può inoltre contare sul servizio di back office che My Logo è in grado di offrire: «Abbiamo pensato a tutto – chiarisce Fulvio Tosi – È normale che a volte serva il supporto di un grafico, nel migliorare e rendere accattivante il proprio simbolo. Noi lo mettiamo a disposizione. Così come mettiamo a disposizione, su richiesta, un piccolo supporto in termini di marketing. Inoltre, all’interno di ogni vetrina, ogni società può vendere materiale di merchandising che abbia già prodotto in maniera autonoma».
Per ogni vendita, My Logo trattiene una percentuale. In più c’è il costo iniziale d’iscrizione per ogni singola società o gruppo. Cifre pienamente abbordabili, che servono a mantenere in vita la startup, la sua piattaforma e il sistema di produzione. Senza contare l’indotto che si viene a creare per chi produce materialmente le magliette, le sciarpe, le tazze e tutti gli altri oggetti. Un sistema virtuoso, insomma, e premiante per tutti. My Logo è tutto questo: quando un brand dal nulla può cambiare tutto quanto.