Il colosso americano si è assicurata i diritti triennali per sedici gare a stagione delle squadre tedesche. Dopo il successo ottenuto con la Premier League, Amazon è l’unica big company del tech a puntare sullo sport
Lo sport tira tanto, sempre e ovunque, quindi merita investimenti. Per questo Amazon continua a puntarci ampliando l’elenco delle attività che offrirà agli abbonati del servizio Prime e l’ultimo annuncio farà gola a tanti appassionati di calcio tedeschi: dalla stagione 2021-2022 parte delle gare di Champions League delle squadre teutoniche saranno visibili proprio su Amazon. L’azienda di Seattle si è infatti assicurata i diritti per la trasmissione triennale di sedici partite, che si giocheranno il martedì e includeranno match della prima fase a gironi e della fase a eliminazione diretta. L’abbonamento per un anno a Prime in Germania costa 69 euro, mentre i diritti tv della Champions sono proprietà di Sky che per la visione richiede un canone mensile di 39,99 euro.
La crescita dei contenuti sportivi
Non è una prima assoluta l’interesse per gli eventi sportivi, ma anzi Amazon sembra puntarci sempre di più. Proprio nei giorni scorsi si è consumata la prima arte dell’accordo triennale da 90 milioni di sterline siglato con la Premier League per la trasmissione via streaming di venti incontri del massimo campionato inglese, divisi tra il primo turno di dicembre e la celebre scorpacciata di calcio cui sono abituati gli inglesi nel giorno di Santo Stefano.
Per le dieci gare trasmesse nel turno infrasettimanale della scorsa settimana la società a stelle e strisce ha registrato il record di iscrizioni al servizio Prime, proprio perché i tifosi sono stati interessati a seguire la propria squadra del cuore. Nel Regno Unito l’abbonamento annuale al servizio che assicura la visione dell’offerta Prime Video, la fruizione del servizio musicale, le consegne di molti prodotti nel giro di 24 ore e una serie di iniziative e promozioni dedicate costa 79 sterline all’anno e, per molti analisti, l’acquisizione dei diritti delle partite di Premier League, così come la mossa più recente per gli incontri di Champions League in Germania, sono mirati a fidelizzare i clienti e incrementare i nove milioni di abbonati inglesi (anche per recuperare terreno su Netflix, che nel paese della Regina conta 11,3 milioni di iscritti).
Per riuscirci, Amazon dovrà mantenere alta l’attenzione degli utenti-spettatori, anche perché l’impennata delle iscrizioni a Prime non ha prodotto finora entrate, poiché il primo mese di abbonamento è gratuito. In tal senso, i match in programma il 26 dicembre rappresentano un appuntamento importante, per capire se e come continuare a investire nello sport. Il Regno Unito, tra l’altro, è il paese dove Amazon è più attiva in riferimento allo sport: lì possiede i diritti per la trasmissione degli Us Open e di alcuni dei principali tornei di tennis ATP e WTA.
La Champions League in Germania
Dal Regno Unito alla Germania il passo è breve, anche perché quello tedesco è il mercato più grande per Amazon dopo quello interno. Sfruttando l’apertura UEFA, disponibile a puntare su media differenti dai network televisivi per aumentare gli incrementi della vendita dei diritti per le gare di Champions League, il colosso statunitense ha preso la palla al balzo per cavalcare la massima manifestazione sportiva per club al mondo. Nonostante l’incremento di interesse in Nord America e Asia, la Champions resta un terreno scivoloso per gli operatori pay-TV europee, poiché il cambio di abitudini di visione e le sempre più ingenti somme necessarie per accaparrarsi i diritti ha aperto la strada a protagonisti imprevisti fino a qualche anno fa. E tra questi chi meglio di Amazon, società con un valore superiore ai 900 miliardi dollari, può inserirsi nella sfida?
Amazon in controtendenza
La compagine di Jeff Bezos non è stata la prima grande realtà hi-tech a mettere nel mirino lo sport, arrivando dopo Facebook e Twitter che però sembrano abbiano cambiato strategia in favore di una tattica attendista circa gli investimenti nel settore. La piattaforma di Mark Zuckerberg ha speso 260 milioni di dollari per trasmettere dal 2019 al 2022 di tutte le 380 partite della Premier League in Vietnam, Laos, Cambogia e Tailandia, ma ha scommesso pure sulla Liga in India. Progetti diversi ma accomunati dai luoghi: mercati dove puntare su due dei principali campionati calcistici al mondo assicura un incremento degli iscritti e l’aumento del tempo medio trascorso sulla piattaforma.
Prima ancora di Facebook si è mossa Twitter, più lesta di tutti nel 2016 a puntare su un pacchetto di gare del giovedì sera di Football Americano, che in prima istanza ha riscosso un buon successo. Nel corso dell’ultimo anno, tuttavia, non sono arrivati squilli in tal senso dai due gruppi, più propensi a collaborare con le emittenti tv invece a che a sfidarle sul loro terreno. L’idea, davanti alle crescenti difficoltà incontrate da queste ultime, è che i giganti del tech restino per ora nel proprio (grande) orticello per vedere se in futuro dovranno scontrarsi o meno con gli stessi rivali odierni per l’acquisizione dei diritti di trasmissione.