Dalla startup dei videogiochi di Nick Cooper e Julian Trutmann arriva un twin stick shooter con visuale isometrica col ritmo nel sangue
Potremmo star qui a tessere lunghissime lodi al genere dei rhytm game, ma la magia, con questo particolarissimo genere di videogame, si compie solamente giocando. Per questo la recensione di Soundfall sarà eccezionalmente corte e, più che le foto, vi invitiamo a dar credito al video: difficile trasmettere a parole perché questo titolo che arriva dalle gelide terre del Canada sappia scaldarvi il cuore.
Soundfall, note come se piovessero
Sviluppato dai ragazzi di Nick Cooper e Julian Trutmann che compongono Drastic Games ed edito da Noodlecake Studios, startup canadese con quartier generale a Saskatoon, nella provincia dello Saskatchewan, Soundfall è un twin stick shooter con visuale isometrica basato sulle regole dei rhytm game.
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Ogni livello, insomma, ha la sua musica e bisogna provare a finirlo stando attenti a non stonare. Del resto, a stonare, ci pensano già i nemici della nostra eroina, Melody, una ragazza come tante altre che, mentre ascoltava un brano alla scrivania del suo PC, viene teletrasportata nel regno di Symphonia, un universo parallelo basato sulla combinazione armonica delle sette note.
Questo bizzarro universo parallelo è alle prese con le forze della Dissonanza, che vogliono imporre il proprio dominio sul mondo di Symphonia a suon di cacofonie da lacerare i timpani. Sono loro il motivo per cui siamo stati presi di peso dai Compositori per diventare Guardiani dell’armonia. E lo potremo fare con altri tre amici, sperimentando meccaniche inedite per un rhytm game.
Del resto Soundfall è un convincente miscuglio di generi che spaziano dall’hack’n’slash al dungeon crawler, con interessanti sfumature ruolistiche stile Diablo. Tutto, però, dagli attacchi alle schivate, andrà eseguito tenendo la musica a palla e provando a non stonare. L’alternativa, difatti, è indebolire la nostra eroina fino a causarle pericolose défaillance.
Forse Soundfall non dura quanto ci si aspetterebbe (su PC è possibile però caricarci il brano che si vuole, il che lo rende virtualmente infinito) e, soprattutto su Switch, vi obbliga a giocare in salotto o, in alternativa, con le cuffie ben calcate nelle profondità dei vostri padiglioni auricolari, ma in compenso è tra le sfide più ritmate, piacevoli e frenetiche dell’ultimo periodo. La modalità multiplayer, che rischia di trasformarsi molto presto in una insana baraonda, lo rende ancora più divertente.