L’ex startup tedesca Mimimi Games ci porta alla conquista del tesoro di Mordecay, al timone di un vascello fantasma e al comando di una ciurma di pirati maledetti
L’immaginario legato al mondo dei pirati esercita da sempre su tutti noi un ascendente notevole. Senza scomodare un classico della letteratura per adolescenti come L’isola del tesoro riesumato di recente nella serie tv Black Sails o fare accenni scontati alla saga cinematografica che ha reso immortale il nome di Jack Sparrow, basta ricordare che Ubisoft dopo lo spin off Assassin’s Creed – Black Flag (qui la nostra recensione) ha deciso di imbarcarsi nell’avventura corsara Skull and Bones, che qui in redazione attendiamo da tanto, troppo tempo. Dalla Germania arriva Shadow Gambit The Cursed Crew, che però più che puntare sull’azione e sui combattimenti navali sfrutta meccaniche stealth e strategiche.
Leggi anche: King of Seas, all’arrembaggio con una ciurma di pirati italianissimi
La recensione di Shadow Gambit The Cursed Crew
Il titolo confezionato dai ragazzi di Mimimi Games è a dir poco intrigante. Cosa c’è di più figo di capitanare una ciurma di pirati? Probabilmente solo capitanare una ciurma di pirati maledetti, che seminano terrore per i Sette Mari a bordo del proprio vascello fantasma.
In Shadow Gambit The Cursed Crew seguiremo la genesi di questi malcapitati ratti di sentina, grazie soprattutto a un tutorial ben integrato nel gioco che ci calerà nei panni della capitana Afia Manicato intenzionata a recuperare il galeone Red Marley dalle grinfie dell’Inquisizione. Questo darà vita a una fuga rocambolesca che culminerà con la costruzione della propria ciurma.
Potremo arruolare otto membri d’equipaggio, portandone tre in ogni missione. E per evitare che il giocatore finisca per scegliere sempre gli stessi gli sviluppatori hanno disseminato il titolo di espedienti narrativi ad hoc e di side-quest che vertono su ogni singolo filibustiere maledetto.
Il tono del gioco è scanzonato e piacevole mentre il gameplay ha forti parentele con gli altri successi della software house di Monaco, in particolare Desperados III (qui la nostra recensione) da cui trae la forte personalizzazione di ogni membro dell’equipaggio (tanto che ogni volta che un nuovo volto si aggiungerà alla nostra causa occorrerà affrontare un tutorial per scoprire le sue mosse) utile a rendere alcuni bucanieri più adatti a certi stage e altri maggiormente affini a determinati giocatori e stili di gioco. Inoltre, come si accennava, sempre da Desperados III trae l’anima da stealth game, con nemici che non andranno mai affrontati a viso aperto, venendo incentivate le più efficienti imboscate spettrali.
Il risultato è un titolo sicuramente godibile e altrettanto particolareggiato e caratterizzato, dove riflessione e azione si mischiano continuamente. L’aspetto che più ci ha sorpreso è l’estrema libertà concessa al giocatore nel pianificare la propria strategia d’attacco, fin dalla scelta dell’attracco della nave che comporta rivoluzioni tattico-ludiche notevoli, vista l’ampiezza delle mappe. Inutile dire che quest’aspetto aumenti notevolmente la rigiocabilità di ogni stage.
Tutto questo lo si deve a un level design a dir poco raffinato, costruito per trarre il meglio dalle capacità sovrannaturali di ciascun membro dell’equipaggio e per spingere il giocatore a sperimentare continuamente.
La caratterizzazione grafica fa naturalmente il resto, grazie anche a una palette cromatica che rimanda proprio agli scenari caraibici. Insomma, Shadow Gambit The Cursed Crew è uno strategico (l’assenza di scacchiere non vi tragga in inganno: oltre ad agire in tempo reale è possibile attivare una pausa tattica per coordinare le mosse dei membri della ciurma scesi a terra con voi) ben saldo, appagante, sfidante (le missioni sono lunghissime e si paga molto caro anche il minimo errore) e divertente. Tra i migliori prodotti usciti questa estate, anche se l’eccessivo rigore potrebbe scoraggiare i neofiti. Ma chi ha detto che la vita del pirata maledetto sia un letto di rose?