Dalla Danimarca un indie per giocare sporco
Visto il titolo oggetto della nostra recensione, non andiamoci troppo per il sottile. Certi videogiochi sono fatti per il multiplayer. Che sia in locale o online, non importa. Non perché non sia divertente lanciare baguette, tramortire le guardie con oggetti di ogni tipo e scappare con la refurtiva come un ladro solitario. Ma perché Rubber Bandits è un prodotto che sprigiona tutta la sua stupidera se ci sono almeno due joypad in salotto (ma se siete fortunati e ne avete quattro tirate dentro tutti). Disponibile su PlayStation 4, questo party game casca in un periodo dove le buone intenzioni abbondano e, si sa, tutti dovremmo essere più buoni. Fortuna che in console la coscienza non morde e possiamo dare libero sfogo al Jocker che è in noi. Affilate le armi e, soprattutto, non fidatevi di nessuno: è pieno di gente pericolosa in giro.
Giocando offline e in single player Rubber Bandits è un titolo tutto sommato godibile, che però esaurisce alla svelta la sua spinta ludica. Bisogna svaligiare cassaforti e gabbare poliziotti non proprio brillanti. All’inizio ci sembrerà di essere in una barzelletta, con il coltello sempre dalla parte del manico. Ma dopo i primi livelli vedrete che le guardie hanno taser e un arsenale ben più minaccioso: ci vorrà ben altro che un birillo stradale per metterli KO. A livello grafico il titolo sviluppato da Flashbulb Games, software house indie danese, ci ricorda molto quei cooperativi come Tools Up!, dove simpatici avatar parecchio scoordinati devono unire le forze per portare a termine le missioni.
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Dobbiamo ammettere che questo contrasto tra le attività criminose che siamo chiamati a compiere – rubare e tirare botte da orbi – e questa atmosfera caramellosa e del tutto scoordinata è pura magia videoludica. In tempo zero vi si spegnerà qualsiasi senso di colpa e inizierete a pensare soltanto al vostro guadagno. Questo vale soprattutto se giocherete in multiplayer: c’è il battle royale, lo spietato tutti contro tutti in cui dovrete studiare al meglio il terreno di gioco per afferrare armi o scappare momentaneamente da avversari meglio equipaggiati; in alternativa, se amate lo spirito di gruppo, date il via a una folle lotta due contro due.
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Nel combat system – che poi è dove sta la ciccia di Rubber Bandits – non abbiamo trovato lo stesso livello di adrenalina di Going Under, titolo che avevamo provato su Nintendo Switch (peraltro molto in tema col mondo startup) e che ci aveva elettrizzato colpo dopo colpo. Certo è che il videogioco danese si difende bene, con i suoi protagonisti spietati, che hanno solo i propri obiettivi da portare a termine. Lavoro più che discreto anche sulle arene: treni che sfrecciano, strutture instabili, nascondigli dove i nemici possono coglierci di sorpresa, insomma non sarà facile uscirne senza neanche un graffio.